TEATRO
Ute Lemper, l’antidiva che ricorda Marlene Dietrich
Massima interprete di Kurt Weill, al fascino della voce associa un corpo statuario ed elegante, cantante e ballerina di qualità, non per nulla ha lavorato con il Tanztheater di Pina Bausch e Maurice Béjàrt ha creato apposta per lei il balletto "La mort subite", attrice oltre che di teatro anche di cinema (fra gli altri ricordiamo “L’Autrichienne” di Pierre Granier-Deferre, “Prospero’s books” di Peter Greenaway, “Moscow Parade” di Ivan Dikhovichni, “Pret à Porter” di Robert Altman, “Bogus” di Norman Jewison e le più recenti interprepetazioni in “Combat de Fauves” di Benoit Lamy, “A River made to Drown In” di James). Stiamo parlando di Ute Lemper, versatile donna da palcoscenico di gran talento (ha ricevuto come Miglior Attrice di Musical il premio Molière per il ruolo di Sally Bowles nel "Jerome Savary’s Cabaret" a Parigi e il premio Olivier, per il ruolo di Velma Kelly nella produzione londinese di "Chicago" di Kandar ed Ebb), protagonista dello spettacolo “Voyage”, un vero e proprio viaggio attraverso un raffinato universo culturale: Kurt Weill, i Lieder di un’Europa a lungo dimenticata (quella slava, quella araba, quella ebraica), Jacques Brel, il tango d’autore.
Ma la Lemper alla voce straordinaria e al talento interpretativo associa anche una forte personalità e un carattere da antidiva per eccellenza, cose che l’hanno resa protagonista di piccoli grandi scandali: l’aver cantato qualche anno fa in televisione l’inno nazionale tedesco cambiando il testo e inserendovi parole antirazziste (cosa che le è costata l’allontanamento dal mondo dello spettacolo del suo paese), ovvero l’interpretazione per il grande schermo nel citato “Pret à Porter” di Robert Altman, quale sconvolgente top model in sfilata con un bouquet di fiori sul pancione del suo settimo mese di gravidanza e nulla più. Un’antidiva appunto che pervade la propria arte di significati sempre nuovi e mai banali, alla continua ricerca e riscoperta del passato rivisto nell’oggi. E a proposito del citato "But One Day", suo ultimo album, lei stessa dice: «Questo disco è molto intimo e parla in maniera diretta.Tutte le canzoni del repertorio sono registrate dal vivo, insieme alla band o all’orchestra, e provengono direttamente dal mio cuore. Nel punto in cui mi trovo le scelte della mia vita sono state prese. Questo è quello a cui tengo veramente. E la ricerca del nuovo, con dedizione al reale, continua. Continuo a percorrere la Weill Side, ma mi ritrovo ubriaca nelle strade parallele». Per lo spettacolo in scena a Palermo è possibile chiedere informazioni e prenotare telefonando allo 091.7434341 oppure visitando il sito www.teatrobiondo.it.
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