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Unniposteggio? L'incubo delle strisce blu all'Università

Strisce blu all'interno della cittadella universitaria di Palermo: sono in arrivo i tanto temuti parcheggi a pagamento. Come cambierà la vita degli universitari?

  • 29 settembre 2014

Dura la vita dell'universitario a Palermo: la mattina è un turbinare di caffè e corse ad occhi ancora chiusi. Subito in macchina per arrivare al cancello di via Ernesto Basile, rigorosamente già esauriti per il traffico. Ora si tratta di cercare parcheggio, un incubo e... un secondo: cosa sono quelle? Perché sono apparse le strisce blu? Perché l'Unipa è diventata Uniparcheggio? E, con un gioco di parole... unNi posteggio?

Stando a quanto affermato dal rettore Roberto Lagalla, l'apparizione mistica delle strisce sarebbe dovuta ad un adeguamento generale della segnaletica verticale e orizzontale: in sostanza, per uniformarsi alla città è necessario definire anche le zone destinate alle strisce blu.

Sarà, ma gli studenti non son mica contenti. Immaginate l'Università degli Studi di Palermo al mattino: un via vai di giovani automuniti speranzosi che lottano ogni giorno per trovare un parcheggio e arrivare in orario a lezione.

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Il fatto che il rettore abbia specificato che gli studenti non devono temere nulla perché contestualmente all’avvio definitivo dei parcheggi a pagamento sarà attivata anche una zona gratuita che avrà una capienza stimata in 450 posti auto non rassicura: se la situazione è già complessa così e ci vuole un'attenta pianificazione per giungere ad un orario che consenta di trovare un buco non troppo lontano dalla facoltà, cosa accadrà quando i posti gratuiti diventeranno solo 450?

Per rendere più agevoli gli spostamenti dalla zona gratuita alle varie aule ed uffici, sarà anche riattivato il servizio di navetta: sì, ma le navette quali sono? Saranno le vecchie navette che viaggiavano con un carico di studenti pari ad un treno merci, al punto che molti preferivano percorrere di corsa l'intero viale delle Scienze piuttosto che attenderla e venire schiacciati contro un finestrino?

Nil est dictu facilius, niente è più facile del parlare diceva Terenzio, ma le parole non fanno i fatti. Oltre alla già desolante prospettiva di centuplicare il nervosismo da parcheggio, occorre tenere presente che i posti auto non sono neanche protetti: molti poveri sventurati potrebbero raccontarvi di come le macchine siano state danneggiate o addirittura rubate.

E allora che si fa? Nonostante non ci siano notizie in merito all'attivazione dei parcheggi a pagamento, le associazioni universitarie annunciano battaglia e gruppi di studenti "coprono" le strisce blu, trasformandole in bianche, per protesta.

La domanda che ci ronza in testa è, però, la seguente: sarebbe questo ciò che spetta loro per aver scelto l'Università degli Studi di Palermo? Forse sarebbe meglio cominciare a muoversi in bicicletta. Almeno fino a quando non faranno pagare pure il numero delle pedalate.

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