CORSI E FORMAZIONE
Università: a Palermo sempre più internazionale
Aumentano gli studenti stranieri iscritti all'Ateneo palermitano. Ma ci sono anche più corsi in lingua inglese e nuovi progetti. E l'Erasmus? In crescita
Un Ateneo sempre più internazionale, quello di Palermo. Non solo perchè cresce di anno in anno il numero di studenti stranieri iscritti, ma anche perchè sempre più mirato è il suo sguardo nei confronti degli altri paesi.
Lo dicono, tanto per cominciare, i numeri diffusi stamani dal rettore Roberto Lagalla durante la conferenza stampa per presentare le nuove iniziative messe in campo dall'ateneo sul fronte dell'internazionalizzazione: ad oggi l'Università del capoluogo siciliano conta circa 800 studenti stranieri. Provengono in massima parte da Paesi del versante sud del Mediterraneo (Tunisia, Egitto, Madagascar) ma anche dal sud-est asiatico e dall'America Latina. E prediligono alcune facoltà su altre: Economia e commercio, Lettere e Filosofia, Medicina e Ingegneria.
Sono 40, poi, i dottorandi: in aumento rispetto al passato, rappresentano oggi circa il 10% del totale. Per loro è stata istituita anche una prova selettiva a parte, via rete. "Ci avviciniamo così - commenta il Rettore Lagalla - all'obiettivo che ci eravamo dati, ossia quello di raggiungere la media nazionale sulla presenza di studenti stranieri, che è intorno al 2%".
Su questo fronte si avvicina una scadenza importante per l'Ateneo: "Il 23 luglio sarà una data importante - dice lo stesso Lagalla - perchè in quel giorno festeggeremo i primi quattro studenti stranieri a laurearsi dopo aver seguito i corsi interamente nel nostro Ateneo: provengono da Togo, Montenegro, Cina e Camerun. Tutti e quattro otterranno, per la prima volta, il doppio diploma, che sarà riconosciuto (oltre che in Italia) anche in Germania e in Portogallo e avrà dunque valenza europea, grazie al progetto Erasmus Mundus in collaborazione con gli atenei di Porto e Brema".
L'aumento degli studenti stranieri richiede il potenziamento dei servizi ad essi dedicati: lo sportello dedicato agli universitari non italiani, che oggi è attivo presso il Centro Orientamente e Tutorato ma che presto sarà trasferito nello stesso edificio che attualmente ospita le segreterie degli studenti; ma anche le procedure di snellimento burocratico e la riduzione o l'esenzione delle tasse universitarie."In questo piano - aggiunge il Rettore - rientra anche il potenziamento del CLA, il Centro Linguistico di Ateneo, nel quale abbiamo concentrato tutti i lettori in lingua straniera e che da gennaio ha fornito oltre 2.500 certificazioni".
Un'attenzione che passa anche dalla didattica: "Su 34 dottorati - dice Lagalla - 7 sono internazionali, e dunque forniscono il doppio diploma, e altri 7 vantano collaborazioni stabili che portano all'elaborazione di tesi in co-tutela con università straniere". E poi ci sono gli insegnamenti erogati in lingua inglese: "Nelle facoltà di Ingegneria, Economia e Scienze Politiche sono già attivi corsi di laurea in cui le lezioni si svolgono parzialmente in inglese ma il numero di questi insegnamenti è in crescita", aggiunge il Rettore.
"C'è poi il capitolo Erasmus. "Un'attività che da sempre esercita grande fascino sui nostri studenti - commenta Lagalla - e che l'Ateneo sta potenziando. Sia un entrata (sono circa 320 gli studenti stranieri che scelgono Palermo per il loro Erasmus) sia in uscita (ogni anno 650 studenti palermitani partono per la loro esperienza universitaria all'estero)".
Numeri in crescita anche per il nuovo progetto di Erasmus post-laurea: esperienze di lavoro all'estero che si rivelano spesso preziose per l'inserimento occupazionale dei laureati. Non è un mistero, infatti, che a parità di voti ha più chance di trovare impiego qualificato chi parla almeno una lingua straniera e ha alle spalle esperienze lavorative all'estero.
Ma internazionalizzazione significa anche cooperazione allo sviluppo universitario: di concerto con il Ministero degli affari esteri l'Università di Palermo è promotrice e partner di diversi progetti e da qualche anno è presente anche con missioni permanenti di alcuni Paesi. Come quello per la formazione di esperti in protezione civile, in corso in Nicaragua e San Salvador in Sudamerica, e come quello che è stato da poco avviato in Cambogia. "Qui - chiarisce il rettore Lagalla - ci dedicheremo in particolare all'area archeologica di Angkor. L'obiettivo è quello di formare restauratori in grado di intervenire sulle statue lignee, lapidee e metalliche prelevate dallo storico sito".
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