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Università: a Palermo il 40% dei ragazzi è allergico
Una “mappa” molecolare dei pollini della Parietaria che consente di individuare proteine finora sconosciute causa di allergie, scoperta di rilievo internazionale che apre la strada alla produzione di vaccini specifici e personalizzati. Uno screening su 2.100 ragazzini palermitani tra undici e quattordici anni, distribuiti in sedici scuole, che rivela un’incidenza delle allergie del 40 per cento (il 15 per cento in più della media nazionale, che è del 25 per cento, e con un incremento galoppante, del 10 per cento del campione, negli ultimi due anni) e con picchi nei contesti a più alta densità di smog e di fumo passivo. Un nuovo studio ai banchi di partenza che doterà 700 di questi ragazzini, per una settimana, di un rilevatore da utilizzare in casa, a scuola e all’esterno per catturare pollini e smog e individuare così con precisione l’interazione tra predisposizione genetica individuale e fattori ambientali. Sono questi i tre importanti risultati di un progetto, promosso e finanziato da Arpa Sicilia con un milione e 107 mila euro, il cui responsabile scientifico è Giacomo De Leo, vicepreside della facoltà di Medicina, e che vede la stretta collaborazione tra tre istituzioni scientifiche: l’Arpa Sicilia, l’Università di Palermo con il suo dipartimento di Biopatologia e Metodologie biomediche, e il Cnr di Palermo, con l’Istituto di Biomedicina e Immunologia. Tre istituzioni che hanno creato un unico gruppo di ricerca sul settore, chiamato Peggs, sigla che sta per Pollens Enviroment Genetic Group Study. Un progetto che vede oggi Palermo capitale della guerra alle allergie – vera emergenza sanitaria con costi pesanti sulla salute e sulla produttività - grazie ai risultati illustrati allo Steri nel corso della conferenza “Ambiente e salute: dal campo alla prevenzione, attraverso la ricerca biotecnologica”, presenti tra gli altri il direttore generale dell’Arpa Sicilia Sergio Marino, il preside della facoltà di Medicina, Adelfio Elio Cardinale, Fabio Cibella e Giovanni Duro del Cnr, il responsabile dell’attività di ricerca del dipartimento di Biopatologia, Riccardo Alessandro, rappresentanti della comunità accademica, medica e scientifica.
Rete di monitoraggio dei pollini, nuovi punti di rilevamento. Una collaborazione tra istituzioni che ha già fruttato la realizzazione di Pollnet, prima rete regionale di monitoraggio delle spore e dei pollini in Sicilia avviata dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente attraverso l’acquisto dei campionatori che nel 2005, sulla base dell’intesa con l’Università e il Cnr, sono stati installati in quattro zone della Sicilia (Palermo, Catania, Agira e Alcamo). Grazie a questi dati, viene prodotto un bollettino settimanale sulle quattro stazioni a resoconto della settimana con un commento redatto dal responsabile della rete Giovanni Duro. Il bollettino viene pubblicato sul sito dell’Arpa Sicilia (www.arpa.sicilia.it) e su quello del Cnr. Adesso, accanto al rilevatore installato al Cnr di Palermo, verranno collocati altri due rilevatori in due scuole che sono risultate con significative differenze nella percentuale di soggetti allergici per rilevare la quantità di polline presente nell’aria.
La prima “mappa” al mondo della Parietaria. Dal punto di vista scientifico, il dipartimento di Biopatologia e metodologie biomediche ha messo a punto, per la prima volta al mondo, la “mappa” molecolare del polline della pianta Parietaria judaica, la principale causa di allergia nella popolazione in Sicilia e in tutta la fascia mediterranea (10 milioni di persone ne soffrono). In sostanza sono state individuate tutte le proteine, alcune delle quali mai descritte nella Parietaria, che compongono il polline della pianta e che possono incrementare la risposta allergica nei pazienti, scoperta che apre la porta alla produzione di vaccini personalizzati da parte dell’industria farmaceutica. La ricerca è stata selezionata nella comunità internazionale tra le pochissime che saranno presentate al XXVI Congresso della European Academy of Allergology and Clinical immunology che si terrà a Goteborg nel giugno prossimo. E’ il primo importante frutto della ricerca condotta per realizzare la completa caratterizzazione molecolare dei pollini e che porterà a rivelare i “segreti” di tutte le piante.
Il nuovo progetto su 700 ragazzini. Adesso parte la seconda parte del progetto su circa 700 ragazzini scelti tra i 2.100 già esaminati: saranno dotati di “spille aerobiologiche”, cioè di cartoncini rettangolari simili ai badge congressuali adesivi, che costituiscono trappole capaci di catturare pollini, spore e agenti inquinanti come biossido di azoto, benzene, polveri sottili dispersi nell’aria. I ragazzi li porteranno addosso per una settimana sia al chiuso, a casa e a scuola, sia all’aperto, nelle immediate vicinanze di casa e scuola. I dati saranno esaminati insieme con quelli ricavati dall’esame dell’urina e dei capelli (entrambi utili a misurare la sedimentazione di sostanze tossiche, compreso il fumo) e saranno confrontati con il profilo genetico, ricavato attraverso un prelievo di saliva, che potrà indicare fattori di maggiore suscettibilità individuale. L’Arpa ha attivato la collaborazione con l’Istituto superiore della Sanità attraverso Piergiorgio Zuccaro, direttore del Dipartimento del farmaco, osservatorio per il fumo, l’alcool e la droga. All’Istituto saranno inviati i campioni biologici per poter fare le valutazioni sull’esposizione dei ragazzi al fumo passivo. Tutte le indagini saranno assolutamente indolori e l’esito sarà consegnato in busta chiusa alla famiglia. Attraverso questa ricerca si potrà valutare, con parametri più precisi e personalizzati, la correlazione tra esposizione a composti inquinanti presenti nell’aria e rischio di sviluppare specifiche malattie. I risultati dello studio consentiranno di tracciare la mappa di rischio geospaziale dell’esposizione agli inquinanti (la prima in Italia), cioè di calcolare le caratteristiche di esposizione per flusso di traffico e per zona di residenza di ogni ragazzo.
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