CORSI E FORMAZIONE
Unipa, addio alle facoltà: da gennaio largo alle "scuole"
Grandi cambiamenti in atto all'Università degli Studi di Palermo: tra accorpamenti, innovazioni e tagli l'Ateneo dice addio alle facoltà e assume un nuovo volto
Cambia volto, l'Università degli Studi di Palermo. Cambia e lascia certo perplessi coloro che osservano i suoi movimenti. L'ultima rivoluzione riguarda le dodici facoltà, le dodici "case" che fino ad adesso avevano distinto gli studenti e li avevano spesso portati ad ironizzare sulle vicendevoli scelte di percorso. Dimenticate le origini, i colori diversi per ogni laurea. Da mercoledì 1 gennaio 2014 tutto cambia.
Le dodici facoltà diventano cinque scuole, completando un processo di accorpamento già cominciato nel passato. Negli scorsi anni era stato infatti avviato un procedimento che ha portato ottantuno dipartimenti a fondersi per crearne, infine, un totale di venti. Cominciate perciò a guardare le facoltà come qualcosa di obsoleto, e a comprendere che da oggi non saranno più "uniche": Economia diventerà partner bigama di giurisprudenza e scienze politiche, e la stessa sorte toccherà a farmacia, agraria e scienze matematiche fisiche e naturali.
Cinque scuole per cinque aree differenti: nell'area "Medica-Chirurgica" confluiranno i dipartimenti di Medicina e biologia, in quella "Politecnica" ingegneria e architettura, nell'area "Scientifica" le già citate scienze matematiche fisiche e naturali con farmacia e agraria; nell'area "Scienze economico-giuridiche e sociali" giurisprudenza economia e scienze politiche, mentre nell'area "Scienze umane" saranno raccolte lettere, scienze della formazione e psicologia.
Che gli studenti siano d'accordo o o no, i giochi sono fatti. Di positivo c'è comunque l'altra riforma in atto all'interno dell'Ateneo palermitano: da gennaio largo alla verbalizzazione telematica degli esami: gli statini saranno verbalizzati in tempo reale dopo l'esame, grazie ad un sistema sicuro che invierà una notifica allo stesso studente tramite sms, con la conferma di aver sostenuto l'esame e con l'indicazione del voto. Stop, dunque, ai lunghi tempi burocratici. O almeno si spera.
L'Unipa continua dunque su un percorso di riorganizzazione, razionalizzazione e spending review che fino ad adesso, nonostante le critiche e le grosse trasfromazioni, sembra aver funzionato nonostante la criticata assenza della Regione Siciliana nei confronti delle sue Università. Lo stesso rettore dell'Unipa, Roberto Lagalla, ha spiegato che all'Ateneo spetterebbero 47 milioni di euro per dei progetti di riqualificazione. Fondi che però, a dire del Rettore, non sono mai arrivati a destinazione per via del mancato appoggio proprio della Regione.
Nel frattempo, dunque, si tira la cinghia, ci si basa sulle tasse e si continua a modificare il volto dell'Università senza sosta. Sperando, forse, che si possa approdare ad una soluzione che un luogo di apprendimento veloce, pratico ed efficiente come meriterebbe.
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