ARTE E ARCHITETTURA
"Una Giornata Per Samonà" a Piana dei Colli
Villa Alliata Cardillo: "Una Giornata Per Pupino Samonà" e Il Memoriale Italiano Di Auschwitz in mostra, per non dimenticare l’opera dell'artista
«Quando mi venne richiesto da Nelo Risi di studiare una soluzione pittorica per "Memorial", spazio dedicato al perenne ricordo dei deportati italiani ad Auschwitz, mi dichiarai subito disponibile […] decisi di liberarmi di ogni forma espressiva codificata e ripartire da zero». Così affermava l’artista Pupino Samonà (Palermo, 1925- 2007) a proposito del suo lavoro realizzato nel 1979 all’interno del Blocco 21 del campo di Auschwitz, su progetto dello Studio BBPR di Milano (Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers) che oggi purtroppo rischia di essere smantellato a causa di una miope e sconsiderata politica museale che ha definito l’installazione realizzata dall’artista palermitano, inattuale e poco didascalica. Il Centro d’arte Piana dei Colli di Villa Alliata Cardillo (via Faraone 2, Palermo) ha organizzato, per manifestare il proprio appoggio e pieno sostegno all’opera di Samonà, un’importante giornata di studi che avrà luogo giovedì 18 febbraio dalle ore 11 alle 19 e una mostra, “Pupino Samonà e il Memoriale Italiano di Auschwitz”, a cura di Giulia Ingarao, che verrà inaugurata alle ore 19 a conclusione della giornata, visitabile (ingresso 4 euro, con agevolazioni per i gruppi) fino al 20 marzo da mercoledì a domenica dalle ore 16 alle 20.
E ancora, Matteo Cavalleri (filosofo delle politiche della Memoria, Istituto bergamasco per la Storia della Resistenza e dell’Età contemporanea), Jeannine Martinovic (la moglie di Pupino Samonà), Sandro Scarrocchia (direttore della Scuola di Restauro dell’Accademia di Brera), Piero Violante (critico musicale e docente di Storia delle Dottrine politiche e Sociologia della Musica all'Università di Palermo), Emanuela Nolfo (restauratrice dell’Accademia di Brera e dottoranda in Progettazione architettonica dell'Università di Palermo), Elisabetta Ruffini (storica specialista di Primo Levi, Istituto bergamasco per la Storia della Resistenza e dell’Età contemporanea). Introduce Vincenzo Guarrasi, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo e coordina il dibattito Eva di Stefano, docente di Storia dell’Arte contemporanea della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Palermo.
Prima dell’inaugurazione della mostra avrà luogo la lettura teatrale a cura di Alberto Nicolino del testo Al visitatore di Primo Levi (dall’opuscolo “Mai più” edito in occasione dell’inaugurazione del Memoriale, aprile 1980). L’opera prende vita da un filone di ricerca condotto da Samonà a partire dal 1958-60 e denominato “La drammaturgia degli astri”. I pianeti, il sole e le stelle vengono infatti rappresentati assiduamente dall’artista che predilige uno stile astratto ripetuto nel Memoriale. Le forme astratte ricordano dei fasci di luce e sono il frutto di una ricerca pittorica che senza dubbio è diretta conseguenza della pittura d’avanguardia di Balla, Boccioni, Malevič ma soprattutto dei coniugi Delaunay e del Suprematismo russo.
Come scrive Toni Maraini in uno dei testi in catalogo, edito da Kalòs: “Mario Pupino Samonà è stato uno dei rari artisti italiani ad avere portato avanti, sin nel nuovo millennio, le intuizioni di Balla e ad essersi avventurato in una ricerca, unica nel suo genere in Italia, di estrema esigenza e intensità”. Il progetto del Memoriale fu dunque per l’artista “un momento importante di riflessione e confronto, un grande impegno morale ed etico, una sfida. Una matura sintesi del suo precedente indagare artistico.” Il lavoro di Samonà è stata studiato e analizzato approfonditamente da Giulia Ingarao che ha ricostruito il ruolo del pittore siciliano nella realizzazione del Memoriale Italiano ad Auschwitz partendo dall’analisi dei materiali inediti conservati presso l’Archivio Samonà, i bozzetti preparatori e una selezione di opere coeve e successive al Memoriale.
I bozzetti e le opere verranno esposte nella sezione della mostra dedicata all’analisi storico-artistica dell’opera mentre la sezione curata dall’ISREC prevede l’esposizione di un percorso espositivo itinerante che ha l’obiettivo di spiegare la storia del museo italiano ad Auschwitz nelle sue diverse tappe: dalle origini agli ultimi eventi che hanno visto il coinvolgimento dell’Accademia di Restauro di Brera nel significativo intervento di pulitura del Memoriale dell’estate del 2008. Il Memoriale in onore degli Italiani caduti nei campi di sterminio nazisti è custode della memoria e della storia collettiva, della sofferenza di un popolo che riguarda non soltanto la coscienza di chi di quei fatti storici è stato direttamente responsabile ma anche di coloro che, come noi, hanno il dovere di preservarne e perpetuarne la memoria. Un’opera d’arte è sempre figlia del suo tempo, come affermava W. Kandinskij, è unica, irripetibile e proprio perché tale deve essere sempre tutelata e conservata.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|