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Un corto palermitano alla "Corte della Formica"

Il corto teatrale “2122” mette in scena l’ipotesi di una scatola che racchiude tutto il necessario per il futuro della fantasia: un kit per l'immaginazione

  • 15 novembre 2009

Il sipario si apre su un dubbio che stimola e disorienta, su una domanda, che insinuandosi lenta e assordante nella dittatura quotidiana di parole e immagini, si impone davanti agli occhi in un palco teatrale. Dove finirà la nostra capacità di sognare, creare e immaginare? A rispondere, con una seria e giocosa narrazione scenica è il corto teatrale “2122” con la regia dei palermitani Salvino Calatabiano, anche autore e attore, insieme a Valentina Enea, ottima interprete di una figura di donna che si trasforma continuamente divenendo quasi un simbolo della femminilità. Ad essere messo in scena, sul palco del teatro Sancarluccio di Napoli per la rassegna di corti teatrali con la direzione artistica di Gianmarco Cesario nell’ultima settimana della "Corte della Formica" è, dunque, il futuro.

Accompagnato da un profumo onirico, il tutto prende vita dal sogno di un governo che regala ad ogni neonato il pacchetto “Premium Fantasy”, una scatola che racchiude in sé tutto il materiale che permette di costruire la fantasia. Una proiezione inquietante, proprio perché nata dalla sempre più crescente incapacità di dominare un mondo dell’immaginazione ormai fin troppo manipolato dalle fabbriche di sogni progettate dalla società. Il racconto, costellato di elementi fiabeschi, evidenziati dai costumi di Vito Bartucca, è in realtà un invito a riflettere su un pericolo presente e reale, che ogni giorno, continuando a sognare, siamo chiamati a distruggere.
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Inevitabile, per avere messo in scena una tematica così importante nell’attualità del grigio dominio dell’immaginazione, l’immediato consenso di pubblico e critica della pièce teatrale, che è stata premiata al Festival Nazionale di corti teatrali “la Corte della Formica” a Napoli, dalla commissione presieduta da Carlo Cerciello, ottenendo Il “Premio Giuria Popolare”, oltre al “Premio Migliore Attore a Salvino Calatabiano” e il Premio Speciale “Stella Film”. A volte la potenza del teatro è proprio quella di insinuare dubbi e domande che rimangono ancora dentro la pelle tra l’eco degli applausi e la vita che aspetta fuori, e se quella stessa domanda ritorna immobile in una riflessione della sera, allora qualcosa si smuove e brucia dentro, arricchendo l’importanza di chi l’ha creata, di chi continua a farsi domande e di chi suggerisce, attraverso un palco, di non smettere mai di sognare.
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