TEATRO
Un classico del teatro dialettale allo Zappalà
Eredità da contendere, litigi in famiglia e tantissimi equivoci con relativi colpi di scena. Questi e molti altri sono gli elementi che hanno reso “L’eredità dello zio canonico”, commedia brillante in tre atti di Antonio Russo Giusti, un classico del teatro dialettale, opera nota anche ai non amanti del genere. Lo spettacolo sarà in scena dal 3 all’11 febbraio al teatro Franco Zappalà di Palermo (via Autonomia Siciliana 125) per il cartellone della stagione di quest’anno. “L’eredità dello zio canonico”, cavallo di battaglia dei più grandi attori, opera di cui esistono anche delle versioni cinematografiche, verrà messa in scena nell’allestimento diretto da Nino Zappalà, che interpreterà anche la parte del protagonista, il cavaliere Antonio Favazza. Sul palco gli altri attori saranno: Croce Costanza nel ruolo del cavaliere Amore, Giuseppe Zappalà nel ruolo di Mario Favazza, Maria Zappalà nel ruolo di Nenza, e Franco Zappalà che interpreterà il vecchio Chiarenza. Inoltre, saranno in scena: Paolo Tutone, Franco Librera, Antonella Mucè, Alessandra Bommarito, Maria Villella, Mirco Lo Jacono, Salvatore Di Fatta. La commedia prende le mosse da un problema di eredità: i due rami della famiglia Favazza infatti si contendono acerbamente l’eredità di un defunto zio prete.Ecco allora che si presenta il personaggio cardine della vicenda, il cavaliere Antonio Favazza, che alla morte dello zio viene considerato erede universale.
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