LIBRI
Tra miti e tradizioni: la Sicilia a fumetti
"Eravamo solo in sette da principio e adesso abbiamo raggiunto l’ottantina di soci"
Basta un solo tratto d’inchiostro per costruire un personaggio o un nuovo eroe: nascono così i fumetti. Se siete degli appassionati del genere e continuate a impilare albi su albi di Dylan Dog, Tex e Julia o cercate di ritagliare un po’ di spazio nella libreria anche per i coloratissimi giornaletti americani di Batman e Superman, non potete mancare di fare un salto alla nuova mostra ospitata da Altroquando, in corso Vittorio Emanuele 145.
“Fumetti che lasciano il segno” è il titolo dell’esposizione di tavole visitabile fino al 30 ottobre, (ingresso libero) tutti i giorni eccetto la domenica, dalle 9 alle 13.30 e dalle 16 alle 19.30. A cimentarsi con pennini e colori sono ben trenta fumettisti siciliani di età variabile (dai 15 ai 40 anni di età) che hanno scelto di ripercorrere e rileggere tradizioni e miti made in Sicily.
Le storie raccontate sono tre e si sviluppano lungo diverse tavole in bianco e nero o a colori. La prima si intitola “Il mare, la notte” ed ha come protagonista Colapesce che racconta la sua storia ad un interlocutore d’eccezione, Giufà. Il soggetto della storia, sviluppata in otto tavole più una copertina, è del messinese Fabrizio Palmieri, mentre la sceneggiatura è di Manlio Mattaliano. Minimo comun denominatore degli artisti siciliani, più e meno noti, coinvolti nell’allestimento della mostra, durato più di tre mesi, è il Gruppo Trinacria.
Antonio Panepinto è l’ideatore della seconda storia in mostra: “Pupi e pupari”. I protagonisti sono due pupi, Astolfo ed Orlando, inconsapevoli della propria natura, nonostante capiscano di essere manipolati da qualcosa che definiscono “divino”. La storia si chiude nella quarta tavola, infatti, con il puparo che smonta il teatro e li porta via. L’ultimo mito scelto come oggetto della terza storia è capace di creare un connubio tra tradizione ed innovazione: si parla del ponte sullo Stretto, ma anche della leggenda di Colapesce che regge un pilone della Sicilia, sotto il mare.
“S’intitola "Supra a stu ponti, sutta a stu ponti", il fumetto inventato da Antonio Recupero, disegnato in bianco e nero – continua Sergio Algozzino che ha curato l’organizzazione della mostra – e narra con dei toni tragicomici della costruzione del ponte di Messina che, ad un certo punto, crolla e uccide Colapesce, mentre è intento a tenere a galla la Sicilia”. Divertono anche le strisce inventate da Francesco Abrignani, “Gli Isolani” che prendono di mira alcuni luoghi comuni tipici della nostra isola: il mafioso Carmelo che non vuole che Rosalia, la moglie, vada in giro scollata perché troppo geloso di lei o il vecchio logorroico che si lamenta sempre. Queste stripes nascono dall’inventiva di Claudio Stassi, Manlio Mattaliano, Giovanni Di Gregorio, Sergio Algozzino e Quirino Calderone.
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