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Teatro Libero: la fiaba di Cenerentola in scena

"Cenerentola", la favola di Perrault e dei fratelli Grimm, da cui ha tratto ispirazione il film d’animazione di Walt Disney, diviene più reale e meno fiabesca

  • 3 novembre 2012

La immaginiamo di una bellezza eterea e semplice, dalla pelle candida e dallo sguardo innocente, soggetta ai soprusi ingiusti della matrigna e delle sorellastre, tranne che per una notte, quella del ballo di corte, dove in un arcobaleno di magia ed incantesimi, tra scarpette di cristallo, fatine e principi azzurri Cenerentola vive la sua favola. Va in replica fino al 17 novembre, al Teatro Libero Incontroazione, l’omonimo spettacolo ispirato al racconto popolare, con testo e regia di Luca Mazzone.

Il regista Luca Mazzone riadatta la drammaturgia della favola di Charles Perrault e dei fratelli Grimm, da cui ha tratto ispirazione il film d’animazione di Walt Disney, per la 45esima stagione internazionale del Teatro Libero Stabile d’Innovazione della Sicilia, in un cartellone domenicale vasto per le famiglie, dal titolo “Un’isola di teatro”. A partecipare un cast d’eccezione con gli interpreti Matteo Contino, Chiaraluce Fiorito, Silvia Scuderi ed Enrica Volponi, attori protagonisti della fiaba, accompagnati dalla voce narrante di Anna Maria Guzzio, su musiche a cura di Antonio Guida, con i costumi di Lia Chiappara e le luci ad opera di Gianfranco Mancuso e Gabriele Circo.

È lo stesso regista a tessere le fila dello spettacolo, tra fiaba e realtà, raccontando per cosa e quanto “Cenerentola” rientri nell’immaginario collettivo occidentale, come una pietra miliare della letteratura, una sorta di mito, come quelli dell’antica Grecia che vengo ancora oggi tramandati . «La storia ci è giunta ad oggi in due versioni, una di Charles Perrault, più conosciuta e ripresa dal cartoon di Walt Disney, che risente della tradizione e della cultura del perdono; l’altra - prosegue - quella dei fratelli Grimm, meno conosciuta e molto più cruenta, che è figlia di una concezione calvinista del potere e del dovere».

E quella di Luca Mazzone, in che modo si contestualizza con anni di cultura “fiabesca” e letteraria? Come può una favola, con scarpine di cristallo, fate, zucche e topini (come ci tramanda l’immaginario Walt Disney), contestualizzarsi ad una realtà moderna? Si tratta di una Cenerentola “umana”, poco fiabesca, ma più reale. «Nella mia scrittura Cenerentola diventa una storia quanto mai quotidiana e attuale, nelle sue dinamiche e nei personaggi che l’agiscono - racconta il regista -. Non c’è alcuna fata che possa risollevare le sorti di una giovane domestica-principessa, bensì sarà lei stessa a trovare il modo di riappropriarsi della sua vita».

Una favola che mette in risalto il ruolo della donna come artefice del proprio destino che per recuperare la felicità perduta deve darsi da fare, re-inventarsi al di là del fato e della magia, una Cenerentola che non sta ad aspettare il suo principe azzurro, ma che anzi, nonostante peripezie e avversità, aiutata da un personaggio mitologico, diventa lei stessa deus ex machina della storia. Per informazioni e prenotazioni è possibile consultare il sito ufficiale del Teatro Libero. Il costo del biglietto intero è di 12 euro, ridotto per gli under 25 di 8 euro ed è anche possibile sottoscrivere un abbonamento ad otto spettacoli al costo di 50 euro.

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