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Teatro Libero, in scena opere di Joppolo e Dario Fo

  • 28 dicembre 2005

Nel panorama teatrale contemporaneo un autore che merita una maggiore considerazione, e per il quale una certa rivalutazione è in atto, è il siciliano Beniamino Joppolo, del quale il Teatro Libero di Palermo (piazza Marina, salita Partanna) presenta, per il cartellone “Invito al teatro”, l’8 gennaio alle 21.15, lo spettacolo “Una visita”, aderendo al progetto di valorizzazione del drammaturgo siciliano proposto e prodotto dalla Città del Teatro di Cascina (Siena) in collaborazione col Teatro Regina Margherita di Racalmuto (Agrigento). L’intento del progetto è quello di portare in scena tre opere dell’autore siciliano, “I carabinieri”, “Le Acque” e questo “Una visita”, ideazione e messa in scena di Antonio Alveario e Alessandro Garzella, con Serena Barone, Celeste Brancato, Antonietta Carbonetti, Maurizio Scotto e Sergio Seminara, scene e costumi di Rosanna Monti, luci di Giuliano De Martini, suono di Otto Rankerlott. È triste constatare quanto sia poco conosciuto Joppolo al grande pubblico e quanto poco sia valorizzato dai teatranti, pur essendo un autore stimato, considerato come un precursore, dotato di una particolare capacità d'astrazione che lo fa guardare oltre il reale, fino a trovarsi sulla soglia dell'invisibile. I suoi personaggi vivono la violenza dell'infimo, ai limiti della verosimiglianza, in una specie di barbarie, di un’idea di violenza alla base di ogni invenzione drammaturgica. Joppolo, nato a Patti (Messina) nel 1906 e morto a Parigi, dove viveva dal 1954, nell'ottobre del 1963, appartiene a quella generazione di artisti siciliani che, facendo propri e rielaborando con acume ed originale estro espressivo gli stimoli culturali provenienti dalle capitali europee, sono sempre rimasti legati alle radici isolane.

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Laureato in scienze politiche a Firenze alla fine degli anni venti, arrestato a Ravenna per propaganda antifascista nel 1935, dal 1939 scrive lavori teatrali pubblicati in varie riviste dissidenti, partecipando attivamente alla rivista Corrente con illustri artisti e intellettuali. Nel 1947 comincia a dipingere e fonda, con Lucio Fontana il movimento spaziale per il quale firma i manifesti, di stile fortemente profetico e visionario. La sua produzione teatrale affascina Paolo Grassi e lo induce in polemica con Strehler, sostenitore di un altro grande drammaturgo innovativo, Testori. Per avere un’idea della levatura dell’opera del drammaturgo siciliano si pensi che “I carabinieri”, dopo l’unica regia teatrale di Roberto Rossellini nel 1962, allestita per il Festival dei Due Mondi a Spoleto (con scene e costumi di Renato Guttuso, con Pupella Maggio, Turi Ferro e Gastone Moschin), divenne nel 1963 un film di Jean Luc Godard con sceneggiatura di Rossellini e Jean Gruault. Un artista visionario, la cui scrittura dura e sottile rivela una matrice mediterranea, sì cruda e solare, ma permeata dalle risonanze dell'espressionismo tedesco e del surrealismo francese. Un intellettuale anticonformista, cosmopolita, emigrante, un autore siciliano che appartiene alla sua lingua pur senza declinare dialetti. “Una visita” narra di una attesa: due signori devono arrivare al banchetto di una imprecisata ricorrenza familiare, in una strana casa ammorbata dalla calura dell’estate siciliana.

Qui, nella migliore tradizione del teatro dei siciliani, esplodono i segni paradossali della beffa e del mistero, della memoria come rincorsa del presente per riconquistare il passato, mentre è nelle fauci della fagocitante attesa che il tempo finisce in una rassegnazione melanconica nella quale ogni attimo consuma un universale anelito di vita. Ancora, per questo periodo post natalizio, ecco un altro appuntamento in cartellone proposto dal Libero: il 15 gennaio sempre alle 21.15 è la volta dello spettacolo di Dario FoLu Santo jullàre Françesco”, diretto e interpretato da Giampiero Frondini, adattamento in lingua umbra di Giampiero Frondini e Sergio Ragni, luci di Umberto Giombolini, fonica di Pino Benrnabei, assistenza alla regia di Valter Corelli, una produzione Fontemaggiore Perugina. Dalla sagace penna di Fo, un ritratto assai riuscito dove perentorietà del gesto ed immedesimazione nel mondo-creato, intransigenza ed ascolto, carnalità e spirito, si armonizzano alla perfezione, raccontandoci della semplicità rivoluzionaria di Francesco, della sua disarmante capacità di stupire con piccole grandi azioni, della sua umanità tanto vicina al tempo contemporaneo quanto tesa verso la contemplazione ascetica. Giampiero Frondini, raccogliendo l’investitura diretta del nostro premio Nobel, rende omaggio ad una storia straordinaria ed universale che da sempre interessa, affascina e commuove e oggi ancor di più, in questo nostro tempo così bisognoso di testimonianze umane in grado di farlo riflettere. Per ciascuno spettacolo il costo del biglietto è 12 euro l'intero, 8 euro il ridotto per gli under 25, e riduzioni anche con le carte convenzionate. Per ulteriori informazioni e prenotazioni telefonare allo 091.6174040.

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