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Storia di Beppe Schiera, cantore di una città in fiamme

  • 20 febbraio 2006

Eroe ironico e beffardo, simbolo di una città che non si piega agli ordini, nella Palermo del fascismo e della guerra dove il fuoco illuminava la città con i bombardamenti, Giuseppe Schiera accendeva gli animi dei suoi concittadini con le sue frasi ed espressioni. A lui, poeta di strada che partoriva parole in un periodo in cui non c'era libertà, è dedicato lo spettacolo teatrale “C’era e c’era…Giuseppe Schiera” e la “Moglie di Giuseppe Schiera”, entrambi testi di Salvo Licata, allo spazio Nuovo Montevergini a Palermo (in piazzetta Montevergini) in scena dal 22 al 25 febbraio alle 21.15. Lo spettacolo, diretto da Pippo Spicuzza, musicato da Rosemary Enea del gruppo Al-Madina che con la sua fisarmonica suona brani dell’epoca fascista, ed interpretato da Stefania Blandeburgo e Giorgio li Bassi, fa parte del progetto “PalermoMia”, festival sul teatro di Salvo Licata, promosso dal Comune di Palermo in memoria del giornalista e drammaturgo palermitano scomparso sei anni fa. Un'iniziativa e che coinvolge attori, registi e scenografi che hanno lavorato con lui, tra i quali proprio Giorgio li Bassi. Con la rappresentazione de “Il trionfo di Rosalia” nel luglio 2005, seguita da “Ohi bambulè!” e “La fame”, la rassegna ha inaugurato, a sua volta, il nuovo spazio Montevergini, definito dal sindaco Diego Cammarata “La casa del teatro Palermitano”, dove si presenta un nuovo allestimento del lavoro sul singolare personaggio.

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L’appuntamento dedicato a Schiera è anche un’occasione per ricordare quanto Licata si sia impegnato nel valorizzare la cultura della sua città ed i suoi esponenti. Oltre ad aver diretto la prima edizione di “C’era e c’era Giuseppe Schiera” nel 1967 all'epoca interpretato dallo stesso Giorgio li Bassi, Licata dedicò a questo personaggio irriverente e coraggioso articoli di giornale ed attente ricerche che lo condussero a vivere la sua storia attraverso la memoria degli anziani. Un cantore, Schiera, nato nel 1898 nella borgata di Tommaso Natale, che non temeva la dittatura di Mussolini e che, nonostante i frequenti soggiorni in camera di sicurezza, non smetteva di dar voce ai suoi pensieri. Morì nel 1943 durante il bombardamento davanti al rifugio antiaereo e la moglie, Margherita Vaccaro, bruciò più di duemila foglietti sui quali il poeta di piazza aveva impresso le sue parole. Eppure, nonostante il patrimonio andato perduto, la sua voce continuò ad animare la coscienza dei palermitani per lungo tempo. Anche dopo vent’anni dalla sua scomparsa, quando nel 1962 Licata ne sentì parlare per la prima volta e da allora volle approfondire la sua conoscenza e tener viva la sua memoria. Un doppio appuntamento, dunque, con questa nuova edizione. Un viaggio tra i ricordi, una memoria nella memoria: quella di Schiera e quella di Licata. Costo del biglietto: 5 euro.

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