TEATRO
Serena Dandini a Palermo per i diritti delle donne
Più che uno spettacolo, un progetto sociale quello di Serena Dandini, che porta sul palco del teatro Biondo di Palermo i diritti violati delle donne
L'orologio a carica di Villa Niscemi batte cinque rintocchi tra le stanze settecentesche: fra gli arazzi ed i ritratti di aristocratici decaduti, c'è un sofà color porpora che potrebbe somigliare al suo storico divano rosso, ma nessuno lo prende in considerazione. Dopotutto non è a Palermo per fare "il bradipo su un divano" Serena Dandini, ma per portare avanti una battaglia che qui le è valsa il conferimento, da parte di Leoluca Orlando, di una speciale medaglia della città di Palermo.
Passo imperante e occhiali sempre alla mano, sciorina un'aneddotica illuminante da cui filtra la sua migliore arma di sempre: un'ironia che le permette di essere spietata con gli uomini quanto con se stessa. «Contrariamente a quanto si dice in giro, le donne sono capaci di ridere di sè». E parla proprio di donne, della loro forza, delle loro crisi, delle loro debolezze, lo spettacolo "Ferite a morte", evento teatrale gratuito, scritto proprio dalla conduttrice televisiva, andato in scena sabato 24 novembre al teatro Biondo di Palermo, nella settimana che ha visto la città stringersi attorno a tantissimi eventi in difesa della donna, per dire basta alla violenza sul genere femminile.
Più che uno spettacolo, un progetto sociale il suo, che facendo tappa in altre due città italiane, Bologna e Genova, porta con sè una grande missione: «Vogliamo creare un moto che parta dall'opinione pubblica e che costringa il governo a mettere subito in pratica le misure per il contrasto della violenza sulle donne, previste dalla convenzione 'No More!"». Mai più ferite a morte.
A chi le chiede se le protagoniste di questi colpi letali, siano le donne uccise, vittime dei terribili fatti di cronaca nera, arriva subito una bacchettata della Dandini: «Non si tratta di cronanca, ma di esecuzioni preannuncite, di morti annunciate - dice severa - ci hanno abituati a sentir parlare di raptus omicidi, ma nella maggior parte dei casi, si tratta di ovvie conseguenze di tutta la violenza, anche psicologica, che si cela dietro tante famiglie».
"Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti non è affatto casuale", sottotitola la piece teatrale che porta anche la firma di Maura Misiti, demografa e ricercatrice del CNR, che di fenomelogia delle donne che hanno avuto la peggio, se ne intende. Sono storie che nelle case degli italiani si associano a nomi ormai familiari, per poi trasformarsi agli occhi dello Stato in dei numeri, percentuali, o perggio, «dei corpi che in uno studio di anatomia televisiva servono a fare auditel, raccontando morbosamente particolari che tolgono ogni dignità ai protagonisti».
Sono le voci di alcune delle autrici più note del cinema italiano a dare parola alle donne uccise per mano maschile, in questa sorta di "Spoon River" al femminile, in riferimento alla celebre antologia di Edgar Lee Masters, che rievocava parole e ricordi di personaggi dall'aldilà: sul palco saranno presenti, tra le altre, Geppi Cucciari, Lilli Gruber, Paola Cortellesi, Angela Finocchiaro, Donatella Finocchiaro, Germana Pasquero, Stefania Casini, Isabella Ragonese, Lella Costa, Paola Minaccioni, Alessandra Vanzi, Emanuela Grimalda, Anna Bonaiuto, Thony, Olivia Sellerio, Rosaria Maida, Pierelisa Rizzo e - unica presenza maschile sul palco - Luca De Gennaro.Tutti, tra sarcasmo e provocazione, ridaranno una nota di colore alle sequenze noir a cui la cronaca ci ha abituato.
La sceltà di inaugurare lo spettacolo a Palermo non è casuale: «C'era un dolore forte e recente che andava affrontato - continua Serena - La morte di Carmela Petrucci ha scosso l'opinione pubblica generando un tarlo. Serve un'azione precisa perchè la società, sia che si parli di Sud o di Nord, di donne colte o meno, di destra o di sinistra, ha dimostrato di avere un problema». Adesso guarda Orlando, Serena Dandini, cerca il suo sostegno, come cercherà quello di ogni simbolo delle istituzioni a cui si rivolgerà, affinchè ogni città - e l'Italia in generale - adotti la convenzione Onu sulla tutela della donna.
Le Nazioni Unite e l'Europa intera ci chiedono da anni di intervenire e di ratificare la Convenzione del Consiglio d’Europa di Istanbul, 2011: «Serve rendere attivo e riconosciuto il lavoro dei centri antiviolenza presenti sul territorio. A Palermo è enorme il lavoro svolto dall'associazione Le Onde e dalla rete contro la violenza alle donne e ai minori». Sull'impegno siciliano, la rassicurano l'assessore regionale per la salute Lucia Borsellino e l'assessore alle attività sociali della giunta Orlando, Agnese Ciulla. Palermo sarà la città pilota per tutta l'Italia, dicono. Parola di donna.
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