ARTE E ARCHITETTURA
Riapre la Palazzina Cinese con i suoi tesori
Con la presentazione dei restauri della Palazzina cinese e dei capolavori custoditi al suo interno, si è riporta alla luce un pezzo di storia della nostra città
Sale da letto, saloni e boudoir, dorature con oro zecchino, sete, stucchi, affreschi, trompe l’oeil, volte traforate a voliera, cornici con pavoni appollaiati, paesaggi popolati di pagode e alberi fioriti con lo smagliante rosso pompeiano: ci sono voluti 23 anni, ma ha finalmente riaperto al pubblico la Palazzina Cinese, che si trova all’interno del parco della Favorita.
Così con la presentazione dei restauri avvenuta nei giorni scorsi si è riportato alla luce un pezzo di storia della nostra città, un gioiello da conoscere di nuovo ed ammirare. Insieme alla palazzina in stile cinese, inoltre, sono venuti alla luce anche i numerosi capolavori e i preziosi oggetti, ora restaurati, che vi erano custoditi dentro.
«Grazie ad un lungo ed accurato restauro – ha detto il sindaco Cammarata – cui hanno partecipato anche numerose maestranze siciliane sotto la direzione della Sovrintendenza ai Beni Culturali della Regione Siciliana, si è concluso il recupero degli apparati decorativi, dopo che i cantieri precedenti avevano messo in sicurezza la costruzione e recuperato le coperture, i prospetti e le scalinate».
La Palazzina cinese fu progettata intorno al 1790 da Giuseppe Venanzio Marvuglia, su commissione del barone Benedetto Lombardo, secondo una voga delle cineserie dilagata in tutta Europa. Di quella versione originaria della "Casina in stile cinese" resta però oggi solo una veduta ad acquarello di Pietro Martorana. Fu, poi, re Ferdinando di Borbone, in fuga da Napoli e in esilio a Palermo, ad ordinarne la trasformazione in residenza regale allo stesso Marvuglia.
Trasformazione poi continuata dal figlio Alessandro, che avvenne dal 1799 al 1802 e che comprese anche l’allestimento dei giardini circostanti. E ancora oggi la Palazzina rimane un monumento unico nel suo genere, e non solo nel panorama artistico italiano, al quale parteciparono artisti come Giuseppe Velasco, Vincenzo Riolo, Rosario Silvestri e Benedetto Codardi.
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