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Renato Guttuso: dal Fronte Nuovo all’Autobiografia 1946-1966

La mostra si può visitare ogni giorno (eccetto il lunedì) dalle 9 alle 19. Il biglietto d’ingresso costa 6 euro

  • 11 dicembre 2003

Torna nella sua Bagheria (in provincia di Palermo), dove è nato nel 1911, Renato Guttuso, attraverso i suoi quadri esposti per la mostra, ospitata a Villa Cattolica, sede del museo dedicato all’artista, intitolata "Guttuso. Dal Fronte Nuovo all’Autobiografia 1946-1966". Curata da Fabio Carapezza Guttuso (che dirige gli Archivi Guttuso di Roma) e dal direttore del museo Dora Favatella Lo Cascio, l’esposizione, dopo aver costituito uno degli appuntamenti artistici più interessanti dell’estate di Palermo e dintorni (l’inaugurazione si è tenuta il 19 luglio scorso), sarà visitabile fino all’11 gennaio.

Il termine è stato prorogato in occasione delle manifestazioni indette per il venticinquennale dei Beni culturali in Sicilia. Quando si pensa alla pittura siciliana del secolo scorso, si fa subito riferimento a Guttuso, l’artista isolano più rappresentativo, che ha saputo cogliere umori e forza e non ha rinnegato i suoi luoghi pur costruendosi una carriera di grande successo a Roma e nel resto della penisola. Nella suggestiva cornice di villa Cattolica, dunque, è possibile seguire le varie tappe di una parte del percorso creativo di Guttuso racchiuso nell’arco di vent’anni: dal 1946 al 1966 (data del ciclo di opere denominato Autobiografia). La prima data è legata alla fondazione del movimento pittorico del Fronte Nuovo delle Arti (del 1947, con artisti come Birolli, Vedova, Morlotti e Turcato), quando Guttuso era impegnato politicamente ed attento alle esperienze europee, soprattutto a quella di Picasso, poco nota in Italia a causa del Fascismo. In mezzo un’ampia serie di quadri, troviamo opere molto note e particolarmente efficaci, come Occupazione delle terre incolte in Sicilia (1949-50), Le mondine (1953), Portella della Ginestra (1953), Boogie-Woogie, dello stesso anno, Zolfara (1953-55), Battaglia di Ponte dell’Ammiraglio (1955), La spiaggia (1956). Si tratta di quadri ‘corali’, di grandi dimensioni, dai toni comunque ‘epici’, a prescindere dal fatto che il loro contenuto sia sociale e politico oppure più leggero e disimpegnato.

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Passando dall’una all’altra delle nove sezioni in cui è articolato il ricco percorso espositivo, emergono i temi della pittura guttusiana di quegli anni, gli intrecci di biografia e storia, pubblico e privato, di sguardi sul proprio universo intimo e di perentorie prese di coscienza di fatti di cronaca o di fenomeni di costume. Dalle opere del Fronte Nuovo si passa alle opere dedicate al tema del lavoro, dove spesso le forme di ascendenza postcubista si volgono alla veemenza realistica del vigore ancestrale di pescatori e contadini, zolfatari e mondine; galleria di volti e frammenti di vissuto nell’ampia serie di ritratti, da quelli della moglie Mimise ai molti artisti che frequentava Guttuso (Schifano, Cagli, Vacchi…), che fiancheggiano la sezione dei quadri di storia. Di particolare interesse quelle del teatro musicale e di prosa, con bozzetti di scene e costumi per varie pièces teatrali e balletti (attività indagata da Fabio Carapezza Guttuso in questi ultimi anni), e quella sulla satira, la propaganda e l’illustrazione, con disegni di grande forza espressiva ed icasticità.

Nelle tre grandi tele dell’Autobiografia si intrecciano le suggestioni iconografiche di artisti come Marc, Picasso, il Doganiere Rousseau con citazioni di proprie opere precedenti, e poi forme e tinte, come il rosso infiammato de La nuvola rossa (1966), che evocano tutto il mondo pittorico dell’artista. Se la sezione L’edicola completa con l’esposizione di bozzetti e studi la visione della grande scultura omonima in bronzo dipinto a fuoco (1965) che campeggia al centro del cortile d’ingresso della villa, quella intitolata La realtà poetica. Le nature morte. La pittura dal vero costituisce il solo anello debole di una mostra di grande forza, con opere,specialmente alcuni paesaggi, che ripiegano nel conformismo, pur affiancate a nature morte di notevole forza cromatica o a scorci di interni dal raffinato luminismo. La mostra si può visitare ogni giorno (eccetto il lunedì) dalle 9 alle 19. Il biglietto d’ingresso costa 6 euro.

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