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"Pulcherrima Res", lo splendore dei gioielli

  • 28 dicembre 2005

Il gioiello come migliore amico delle donne? Forse, ma non soltanto; piuttosto è anche un elemento importante della cultura materiale di un popolo, che permette di ricostruirne i gusti, le capacità tecniche, le suggestioni, le credenze mitiche e religiose. Tale assunto è dimostrato in modo eccellente dalla splendida mostra “Pulcherrima Res. Preziosi ornamenti del passato”, allestita presso il Museo archeologico regionale Antonio Salinas (piazza Olivella; orari: lun. sab. dom. 8,30-13,45; dal mart. al ven. anche dalle 14,30 alle 18,45) fino al 30 aprile, di certo la mostra di punta di quest’inverno palermitano. Entriamo, dunque, negli spazi espositivi del museo, e lasciamoci condurre in un viaggio affascinante attraverso collane e fibule, cammei e corone, sigilli e pendenti che affondano le radici addirittura nella preistoria – con i primi oggetti in pietre e conchiglie – e, passando per il mondo mediterraneo di fenici e egizi, giungono fino alla cultura greca, romana e soprattutto bizantina, particolarmente fastosa e opulenta. Le opere che fanno parte dell’esposizione – curata dallo staff del Museo archeologico in collaborazione con l’Università di Palermo e promossa dall’assessorato regionale Beni culturali e ambientali – non affascinano solo per la preziosità dei materiali, per la minuzia dei dettagli decorativi o per la modernità evergreen di modelli e lavorazioni, ma anche per il loro contenuto, spesso legato a rituali magici e religiosi, al culto dei morti, a un valore apotropaico, d’allontanamento dal male, o alla dimostrazione di uno status sociale.

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Si passa dagli oggetti più semplici, in materiali naturali, alle fini cesellature, alle decorazioni a sbalzo e niello e all’impiego di pietre preziose della corte bizantina, trasferita tra il 663 e il 668 d. C. a Siracusa, e di cui rimangono molte testimonianze. Questi meravigliosi oggetti provengono dal Medagliere del Museo Salinas, i cui contenuti sono mostrati al pubblico in così ampia misura per la prima volta. Fanno parte, infatti, delle collezioni dell’Archeologico, arricchite a partire dall’Ottocento, grazie alle acquisizioni di reperti in oro, statuette argentee, monili e fibule dei materiali più vari e preziosi, spesso ritrovati entro tombe, come parti di corredi funerari (ad esempio, a Tindari, Campobello di Mazara, dove fu ritrovato un vero e proprio tesoro, Taormina, Megara Hyblaea) o appartenenti a ricche collezioni private. Vi emozionerete, dunque, dinanzi ai monili artigianali ma ben fatti degli uomini del Paleolitico, che per cacciare non mancavano di adornarsi con collane e ciondoli in osso e poi, col passare del tempo, in bronzo; o al cospetto dei misteriosi pendenti di vetro dai grandi occhi e dai delicati colori della cultura fenicia e punica, sino ai diademi e alle corone auree dell’Ellenismo. La mostra è da non perdere, per uno scintillio in più in quest’atmosfera di vacanza natalizia.

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