ATTUALITÀ
Piramidi dell'Etna: un appello per la loro salvaguardia
Free Green Sicilia-Sos Beni culturali lancia un appello per salvaguardare le piramidi dell'Etna, recentemente studiate dall'archeologa Antoine Gigal e dalla sua équipe
Rispettare il paesaggio con i suoi aspetti più caratteristici e unici nella consapevolezza che si tratti di una ricchezza incommensurabile è un passo in avanti verso la salvaguardia del patrimonio ambientale locale.
Con quest'intento, l'associazione ambientalista Free Green Sicilia-Sos Beni culturali ha lanciato un appello per salvaguardare le piramidi dell'Etna, prima che vengano cancellate dalla storia a causa di speculazioni e piani regolatori. Si dice che i manufatti a rischio potrebbero risalire a più di duemila anni fa.
Si narra anche che le piramidi fossero state edificate da una tribù originaria della Sicilia orientale, nota come Shekelesh e vissuta mille anni prima di Cristo. C'è poi chi sostiene siano stati i Siculi nel III secolo a. C. a edificarle come templi sacri da dedicare alle proprie divinità.
Queste supposizioni necessitano di ulteriori verifiche e ricerche che, in passato, non sono state permesse. Mancanza di fondi, diffidenza, poca disponibilità da parte di quei privati cittadini, che trovandosi all'interno del proprio terreno una piramide o parti di essa, temono un intervento da parte della Soprintendenza.
Edificate con la pietra lavica, da Piedimonte Etneo, passando per Linguaglossa, Randazzo, Bronte fino ad Adrano, in buona parte della zona si trovano una quarantina di piramidi coniche, con gli spigoli arrotondati, a gradoni.
Talvolta si trovano all'interno di proprietà private ed è difficile riuscire a vederle, in altri casi sono servite da base per la costruzione di piccole case oppure sono state quasi interamente distrutte. Sarebbe un vero peccato arrendersi prima di scoprire la vera storia e i misteri che si nascondono dietro le piramidi dell'Etna.
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