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Piero Bocchiaro presenta “Psicologia del male”

Da uno psicologo palermitano un saggio sul tema della malvagità; fatti di cronaca per dimostrare che chiunque è capace di «far del male»

Fabio Vento
Web developer e giornalista
  • 26 luglio 2009

«La malvagità non è appannaggio esclusivo di individui devianti: chiunque, in particolari circostanze, può infierire contro un altro essere umano. La classica dicotomia tra Bene e Male ci è sicuramente più congeniale poiché permette una identificazione immediata dei cattivi: sono “loro” i responsabili di crimini e violenze; “noi”, incorruttibili, abitiamo dalle parti della moralità. La psicologia sociale racconta però un’altra storia, quella in cui ciascuno è un potenziale carnefice. Si tratta di una storia basata su numeri, evidenze sperimentali che assottigliano lo scarto tra buoni e cattivi fino ad annullarlo del tutto»: con queste parole Piero Bocchiaro, psicologo e ricercatore dell'Università di Palermo, introduce il recente saggio “Psicologia del Male”.

Il testo affronta quattro fatti di cronaca, spiegandoli attraverso esperimenti di psicologia sociale. Il primo è il caso Eichmann, tenente colonnello nazista responsabile della morte di almeno cinque milioni di ebrei; il secondo è il delitto Genovese, giovane italo-americana assassinata dinanzi allo sguardo passivo di trentotto testimoni; il terzo riguarda la tragedia dell’Heysel, stadio belga in cui rimasero uccise trentanove persone per mano di un gruppo di tifosi inglesi; l’ultimo fatto di cronaca concerne le torture di Abu Ghraib, carcere noto per gli atti disumani perpetrati da alcuni militari americani sui detenuti iracheni. L’approccio usato per spiegare questi episodi, consolidato ormai da anni di studi e ricerche, è chiamato "situazionista". Trattandosi di situazioni nuove ed estreme, si ipotizza che la condotta umana venga maggiormente influenzata dai fattori psicosociali presenti nel contesto in cui la persona si trova ad agire piuttosto che dalla sua personalità.

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«Il libro - commenta Bocchiaro - nasce da una sorta di insofferenza nei confronti delle spiegazioni stereotipiche solitamente offerte per interpretare la condotta umana negativa: chi compie il male viene spesso definito dai commentatori “cinico”, “cattivo” o “prodotto della nostra società malata”. Il mio obiettivo era invece di restituire dignità a quanto fa da cornice all’azione malvagia, esaminando i fattori situazionali capaci di scatenare in chiunque, in determinate circostanze, una simile condotta, a prescindere dunque dal profilo di personalità del protagonista». E continua: «Generalmente osserviamo noi stessi e gli altri nei soliti contesti, lasciamo che siano i ruoli sociali ad interagire; l’esito comportamentale non può che essere prevedibile e in linea con le aspettative. Diventa invece impossibile pronosticare ciò che sarà di noi e degli altri quando le dinamiche situazionali si rimescolano».

Piero Bocchiaro (Palermo, 1972) è research fellow alla Vrije Universiteit di Amsterdam. Autore di articoli scientifici e del volume “Introduzione alla psicologia sociale” (con S. Boca e C. Scaffidi Abbate, Bologna 2003), ha insegnato all’Università di Palermo e trascorso periodi di formazione e ricerca alla Stanford University. “Psicologia del Male”, 129 pagine e 12 euro per le Edizioni Laterza, è già in libreria.

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