FOOD & WINE
Pesta e ripesta la tavola "s'alleste"!
In molte case capita che balle di polvere attraversino le credenze e che, aprendo il frigorifero, dopo l'aggressione dalla luce abbagliante, si riesca a scorgere un unico vasetto con una piccola margherita, raccolta in un'aiuola. Visione tenera - sempre meglio del vasetto smezzato di acetelli - che, purtroppo, non risolve il problema mangereccio. Ci si accorge di non avere nulla nei momenti meno opportuni: quando siete svestiti o avete appena finito la doccia, dopo una giornata massacrante, dopo la stasi di due ore nel traffico serale, durante l'incursione di famelici amici inaspettati. Che bella sorpresa!
È tardi. Tutto è chiuso. L'unico barlume è la luce della putia del fruttivendolo, che sta entrando le cassette. Vi vestite velocemente e vi catapultate dal balcone, attraverso il palo dell'elettricità. Dovendo scegliere è meglio la folgorazione. Si potrà sempre dire che l'avete avuta sulla via per l'aldilà. Arrivate trafelati dal putiaro. Mentre riprendete fiato, cercando di darvi un contegno e sbrigarvi prima che sia tutto conservato, iddu continua a trasiri le cose senza degnarvi neanche di un saluto. Iddu sape che voi andate da quello all'inizio della strada, che è molto più economico, quindi sape che non siete degni di essere riveriti, tanto poi un ci turnate. Facendo gli indifferenti, questo è il vostro ruolo, dato che “siete in torto”, chiedete due mazzi di sparacelli.
“Signò, già l'haiu entrati, nun li pozzu pigghiari”, “Ah, va bene, allora mi dia...”, “Signò, chiddu ca ci pozzu dari è quane. Pummaroru, lattuca, arance e finocchi”.
Prima cosa: mettete l'acqua della pasta sul fuoco. Poi tostate in forno le mandorle, per fortuna già spellate. Nel frattempo pelate i pomodori e spezzettateli nel mortaio insieme a tre spicchi d'aglio, una bella manciata di basilico, olio, sale e pepe. Li pestate con vigore, scaricando tutto il nervosismo accumulato. Cuocete 800 grammi di spaghetti o di bucatini e atturrate la mollica. Scolate la pasta bene al dente e condite con il pesto, decorando con qualche altra foglia di basilico. Ci sta bello il pecorino grattugiato se volete un tocco aggressivo, o la ricotta salata per un sapore meno piccante. Vi consiglio di portare a tavola le scodelline con muddica e con formaggio. Ognuno sceglierà secondo il proprio gusto. Dopo cena, con ironia e un sorriso sincero - vi sarete già sfogati e stancati preparando il pesto - invitate i vostri ospiti a ripetere le visite a sorpresa, anzi per rendere la serata ancor più piacevole suggerite di portare gli ingredienti di ciò che vogliono preparato. Voi vi dedicherete con più calma alla cucinata e loro potranno apprezzare le vostre leccornie. Una giusta mediazione fra amicizia e partecipazione.
L’abbinamento
L’universo gastronomico della nostra regione regala alla vista dell’osservatore numerosi e variegati corpi celesti. E’ estremamente facile accorgersi della loro presenza e, tuttavia, la moltitudine porta con sé il problema della scelta: quale argomento merita la nostra attenzione? quale procedimento logico occorre seguire per giungere ed ottenere un risultato?
Potrebbero darsi numerose risposte, ma alla fine il nostro è un gioco di sensi per cui la più adeguata è senz’altro la naturale ispirazione. Spinti da questa forza inarrestabile iniziamo il cammino parlando della pasta col pesto alla trapanese.
I primi piatti col pesto esigono, essendo conditi con una salsa fredda e quasi totalmente vegetale, vini bianchi giovani, profumati, sapidi ma morbidi e caldi, pieni e continui come il Pantelleria bianco. La morbidezza e l’ampio bouquet del vino, infatti, contengono ed esaltano l’imperiosità dell’aglio e l’aromaticità del basilico.
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