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Pehlivanian sul podio della Sinfonica

  • 6 marzo 2005

Due opere a loro modo epocali per il pubblico della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana venerdì 11 marzo (ore 21.15), sabato 12 (ore 17.30) e domenica 13 (ore 11) al Teatro Politeama Palermo: si tratta del “Concerto per violino op. 77” di Johannes Brahms e della “Sinfonia n. 1” di Gustav Mahler. Entrambe in re maggiore ed entrambe mitteleuropee in spirito, concezione e sviluppo, vedono la loro genesi tra il 1876 e il 1878, in un contesto senz'altro sovranazionale: ma le rispettive forme “definitive” hanno seguito percorsi radicalmente diversi. Ad eseguirle, il direttore libanese George Pehlivanian, già guida stabile della Israel Philharmonic Orchestra e a capo di grandi orchestre internazionali. Allievo di Boulez, Maazel e Leitner, già a 27 anni conquista il Primo Premio al Concorso Internazionale per Direttori d’Orchestra di Besançon. Ospite dei suoi più affermati colleghi e dei teatri più innovativi, dove si cimenta col grande repertorio, dalla Traviata all’Eugeny Onegin, oggi Pehlivanian si prova con successo anche nell’organizzazione e di nuove compagini musicali come l’Accademia Musicale di Gandia in Spagna e già da qualche tempo incide (prevalentemente per la Chandos). Al suo fianco il violinista russo Boris Belkin, anch'egli presto emigrato nelle più importanti formazioni orchestrali del mondo, diretto da prestigiose bacchette del coevo panorama mondiale. Il suo repertorio ricco e ampio spazia per tutta la letteratura violinistica classica, ma un ruolo non indifferente hanno nella sua fisionomia artistica i frequenti stage e corsi di perfezionamento internazionali nonché il ruolo di direzione artistica che Belkin ha avuto dal 1991 dei Salzburg Chamber Soloists.

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Il Concerto per violino di Brahms da idea si è fatto subito realtà: il compositore di Amburgo, infatti, col primo concerto per pianoforte e orchestra aveva trattato già da vent'anni il dialogo, per lui nodale, del rapporto tra solista ed organico. Compositore già noto, nel 1877 aveva all'attivo numerose collezioni “liederistiche”, una ricca produzione strumentale e cameristica, il celebre Deutches Requiem, e due sinfonie (forma da lui prediletta). Schumann, conosciutolo, l'aveva scelto come possibile contraltare alla marea in levarsi della musica di Wagner: così Brahms si trovò più o meno costretto a guidare una fantomatica retroguardia tedesca. Tuttavia, deciso a seguire un proprio percorso, con l'imponente concerto per violino esprime proprio la sintesi di una personale evoluzione in cui orchestra e solista raggiungono una maturità assoluta: la scrittura violinistica, elegante e virile, si avvale della cadenza del dedicatario dell’opera, quel Joseph Joachim che nel secondo '800 costituiva una vera e propria istituzione esecutiva e didattica. La “Sinfonia n. 1” di Gustav Mahler è realtà molto più problematica, come quasi tutta la musica del genio boemo: rappresenta infatti il primo lavoro compiuto dopo una serie di scarti e di opere abbandonate prima dell’effettiva pubblicazione. Di quanto composto tra il 1876 e il 1879 rimane solo uno spunto, uno Scherzo che avrà esito riconoscibile solo dieci anni più tardi, quando Mahler annuncerà la nascita della sua prima opera, un colossale poema sinfonico che in seguito avrebbe chiamato “Der Titan ”, dall'omonimo romanzo di Jean Paul Richter, scrittore romantico già fonte d’ispirazione per Schumann.

Ma se si escludono pochi e poco accesi sostenitori, la prima esecuzione a Budapest (1889) fu un autentico fiasco che Mahler dovette pagare a suon di vignette satiriche e critiche feroci, che lo condussero a rivedere l'opera più volte, apportandovi una modifica combattuta ma fondamentale: l'eliminazione del secondo dei cinque movimenti previsti. Si trattava di un “Andante” intitolato Blumine e recuperato solo nel 1967 da Benjamin Britten. Nasceva così la “Sinfonia n. 1” in quattro movimenti, sfrondata dalle diciture programmatiche, sulla quale, però, con la seconda presentazione (Weimar 1894), il pubblico non mutò opinione. Anche dopo che sarà dato alle stampe, Mahler continuò a lavorare a questo Titano, ponendovi fine solo nel 1907, cioè a Sesta sinfonia già pubblicata! Dopo il recupero complessivo di Mahler nel secondo ‘900, riconosciamo questa sinfonia fortemente icastica nella sua veste sonora e nella sua capacità narrativa che coinvolge lo spettatore in quello che Mahler voleva fosse “un mondo fatto di suoni”. Biglietti al botteghino del Teatro Politeama Garibaldi (piazza Castelnuovo, Palermo), domenicale 4/16 euro; serale/pomeridiano 5/20 euro. Biglietteria aperta tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 10 alle 13 e nei giorni dello spettacolo fino a un'ora prima dell'inizio del concerto.

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