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Paolo Mannina via dall'Eritrea perchè gay: le reazioni

Paolo Mannina, insegnante di Lettere presso la scuola italiana di Asmara, in Eritrea, è stato espulso dal Paese africano e licenziato dal Ministero degli Esteri italiano

Balarm
La redazione
  • 13 maggio 2013

Ringrazio tutti quanti per la solidarietà e l'affetto dimostratomi: ho ricevuto e continuo a ricevere centinaia di messaggi che mi rincuorano e che mi fanno pensare che esiste un paese reale e civile che riconosce ciò che ancora la legge e lo Stato italiano non ammette né protegge. Sono le parole di Paolo Mannina, insegnante di lettere palermitano che lavorava ad Asmara, in Eritrea, espulso nel giro di 48 ore (prorogato ad una settimana a seguito di trattative diplomatiche) dal Paese africano poiché omosessuale.

Un "crimine", il suo, punibile con una pena che va dai 3 ai 10 anni di prigione. Le autorità eritree non hanno mai espresso una motivazione ufficiale per la sua espulsione: Mannina non ha mai assunto comportamenti scorretti in ambito scolastico o extrascolastico. I problemi sono sorti quando le autorità eritree sono venute a conoscenza del matrimonio che ha contratto nel 2008 con un ragazzo cileno.

Questo è stato ritenuto un motivo sufficiente per definirlo un individuo pericoloso e potenzialmente destabilizzatore dell'ordine morale e pubblico del Paese (questa la spiegazione ufficiosa ottenuta dall'ambasciatore italiano in Eritrea). Un vero e proprio incubo per Mannina, costretto a nascondersi, a non frequentare luoghi pubblici, a stare sempre in compagnia di qualcuno, per evitare di essere prelevato dalle autorità locali e portato in carcere.

L'accordo tecnico sullo status delle scuole italiane di Asmara non menziona l'orientamento sessuale quale elemento determinante per l'attribuzione degli incarichi lavorativi: partendo da questo presupporto, l'associazione "Certi diritti" ha già presentato un esposto al ministero degli Esteri, al ministero degli Interni e all'Unar per violazione dei diritti umani e civili.

Una volta rientrato in Italia, l'insegnante si è ritrovato senza lavoro, costretto a firmare le dimissioni dal suo incarico.«Lo Stato Italiano (ossia il Ministero degli Esteri per il quale stavo lavorando come docente MAE) - ha dichiarato Mannina - fino a questo momento non mi ha proposto nessuna soluzione alternativa che mi ripaghi, quanto meno, del danno materiale subito. Sono stato licenziato in tronco dopo la mia espulsione, nonostante io fossi sotto contratto fino al 30 giugno con il MAE. L'Eritrea mi espelle e cosa fa l'Italia per proteggere i miei diritti lavorativi?». Il docente porterà la sua testimonianza nella giornata di venerdì 31 maggio, all'apertura della Summer School "Differenze e identità plurali", organizzata dai dipartimenti di Scienze Umanistiche, di Scienze Giuridiche, della Società e dello Sport e di Dipartimento di Studi Culturali dell’Università degli Studi di Palermo, insieme all’associazione “Sicilia Queer”.

Titti De Simone, ex parlamentare e presidente del Comitato Palermo Pride ha sottolineato: «A licenziare Mannina è stato il Ministero degli Esteri italiano che non ha tutelato l'insegnante a contratto. Contratto interrotto senza alcuna motivazione, accettando, di fatto una discriminazione assurda e ingiustificabile, odiosa perchè omofobica. La violenza morale e psicologica messa in atto dalle autorità eritree non sono state censurate dal governo italiano che, al contrario, ha imposto a Mannina di firmare un verbale di cessazione dal servizio».

Solidarietà, ma anche rilancio dell'impegno sui diritti civili degli omosessuali che, proprio da Palermo - sede del prossimo Pride nazionale - intende dare «una risposta di grande partecipazione: il nostro appuntamento di sabato 18 maggio a Villa Niscemi a Palermo, in preparazione del Pride italiano sarà dedicato al ruolo dell'informazione in Italia e alla questione Lgbt, prendendo spunto dalla vicenda vissuta da Paolo Mannina».

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