TEATRO
Palermo Teatro Festival, inaugura il teatro di narrazione
È un doppio appuntamento con il teatro di narrazione di Marco Baliani (il teatro che diventa racconto, peculiarità della manifestazione) ad inaugurare il 14 ottobre la neonata rassegna teatrale Palermo Teatro Festival, nel singolare scenario del complesso di Santa Maria di Montevergini a Palermo (in piazza Montevergini 8). Due sono gli spettacoli proposti dall’artista romano: in apertura “Tracce” uno studio dall’omonimo saggio di Ernst Bloch, seguito il 15 ottobre da “Kohlhaas”, tratto da von Kleist. Baliani, attore, autore e regista teatrale, ha lavorato molto in spettacoli per ragazzi e giovani, sin dal 1975 con il gruppo Ruotalibera, da lui fondato. A partire dagli anni ’80 ha realizzato grandi spettacoli corali in occasioni di Festival o eventi teatrali particolari (nel 1991 e nel 1992, per l’anniversario della strage di Bologna, ha creato e diretto, con più di cento attori, due "sacre rappresentazioni" itineranti, “Antigone delle città”). Da alcuni anni conduce una ricerca sull’arte della narrazione orale e sullo spazio del racconto in teatro, creando spettacoli, come i due qui presentati, per un solo attore narrante. È del 2004, poi, lo spettacolo “Pinocchio nero”, da lui diretto e visto anche a Palermo, messo in scena da un gruppo di 20 ragazzi di Nairobi tolti dalla strada grazie ad un encomiabile progetto dell’AMREF. Fra i film ai quali ha preso parte ricordiamo "Il silenzio dell'allodola" di David Ballerini, "Lettere dal Sahara" per la regia di Vittorio De Seta e nel 2005 "Viaggio segreto" di Roberto Andò. Ma torniamo al teatro: di “Tracce”, un racconto che, fra fiaba e ironia, trasforma frammenti e digressioni in riflessione, lo stesso Baliani, presentando lo spettacolo in forma di studio (e per la natura del lavoro, non potrebbe essere altrimenti), dice: «Provate ad immaginare una scultura che in sé potrebbe evolversi in molte direzioni e che continua invece a vivere come un abbozzo continuo, una traccia di significati ancora da assumere, di immagini ancora da evocare».
Con una fisicità forte, linguaggio teatrale che diventa quello stile che la caratterizza, la Dante descrive la vita come una corsa attorno a un letto, in un tentativo folle e disperato di ritardare fino allo stremo delle forze l'ultimo giro prima della morte, una veglia sospesa in uno spazio onirico e doloroso, lo spazio dell’attesa e dell’abbandono. Il 18 ottobre è invece la volta di “Mishelle di Sant’Oliva”, il suo lavoro più recente, con Giorgio Li Bassi e Francesco Guida, prodotto da Sud Costa Occidentale, in collaborazione con il Festival delle Colline Torinesi. Vicino Sant’Oliva, la piazza delle buttane, Gaetano e Salvatore Lucchese, assittati ‘nta seggia, aspettano Mishelle. Gaetano si rifiuta di guardare in faccia il figlio e in un tempo senza tempo, bloccato nel suo corpo deforme dalle gambe di pietra, nell’aria densa di ricordi pieni di desiderio, reclama la fata incantatrice, la bella donna, alta, bionda, prima ballerina dell’Olympia di Parigi, che un giorno se ne andò. Il figlio, cane rognoso, se ne sta seduto, con le cosce aperte, davanti al muro che ha di fronte. Sono dieci anni che il padre gli volta le spalle. E ogni notte, alla luce della luna, u figghiu ‘da francisa si veste, si addobba. Mishelle è pronta: dura, rozza, pesante, pervasa da una gioia cupa. Malgrado i fianchi tondi e informi, Mishelle, cammina a testa alta. Bacia, castamente, il padre, e senza vergogna passeggia a Sant’Oliva, d’una punta a n’avutra punta… Tutti gli spettacoli hanno inizio alle ore 21, il costo del biglietto è 5 euro, in vendita al botteghino del teatro sin dalle ore 20, oppure in prevendita al Box Office presso il Ricordi Media Store, in via Cavour 133 a Palermo. Per ulteriori informazioni è consultabile il sito www.palermoteatrofestival.com.
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