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Palermo per la Francia: la pace vuole superare l'orrore
Le esplosioni, i kamikaze, i colpi di kalashnikov: una notte e Parigi è stata stravolta da un orrore sconsiderato. Il mondo piange, e a Palermo sboccia la solidarietà
Diventa difficile parlare di Parigi, adesso, per la netta separazione tra quell'immaginario che la identifica come città dell'amore e la devastante realtà che questa notte l'ha tinta d'un rosso che ben poco ha a che fare con il sentimento più bello del mondo.
Nel cuore pulsante di un vendredi 13, quando la settimana lavorativa volge al termine e l'unico pensiero è quello di divertirsi, la città più romantica del mondo è stata squarciata da un orrore più nero della pece. Sette attacchi in serie, centoventotto morti, quasi duecento feriti.
Sono state, e sono, ore di terrore. Lo hanno definito l'11 settembre europeo. Ed è così che in qualche modo, chi riesce a guardare oltre alle polemiche sterili e alle facili accuse, si unisce in un abbraccio grande quanto il mondo intero, in cui anche Palermo è protagonista: sabato 14 novembre dalle ore 16, al Teatro Massimo, è prevista una manifestazione di solidarietà per la Francia.
Una solidarietà che si oppone, nel modo più assoluto, a quel mondo social che ha imparato a puntare il dito dalla sua poltrona, comodamente accucciato dietro lo schermo, rendendo immediati gli scivoloni nel banale e nel più grave degli errori: l'estremizzazione.
Palermo è figlia di una storia antica, che ha visto incrociare razze e culture. La paura, l'infame attacco di chi ha reso una religione la giustificazione delle più immorali azioni e la morte stessa, diventano base di partenza per una facile condanna del diverso, dell'altro. Per una loro riduzione ai minimi termini.
Non esiste un modo giusto di fare le cose, ma la morale ci insegna che quella battuta dall'odio non è la strada corretta. E allora la speranza è di vedere insieme quella Palermo che si è stretta anche intorno ai musulmani che hanno gridato, adesso e in passato not in my name.
La speranza, è quella di vedere negli occhi di chi sosterrà la Francia non la rabbia velenosa che ha già portato a discutere di espulsioni e chiusura delle moschee, ma quella scintilla d'amore che stanotte ha fatto in modo che i parigini aprissero le porte per accogliere coloro che erano in pericolo.
«Avere paura ma non arrendersi alla paura - dichiara, tra gli altri, il direttore del Biondo Roberto Alajmo - Testa alta e schiena dritta anche nel dolore: il Teatro Biondo è a fianco del popolo francese». E non è l'unico.
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