SPORT
Palermo-Lazio, il tracollo in 7 minuti
La brillante quanto sfortunata esibizione dell’Olimpico contro la Lazio (Campionato, quinta giornata, domenica 25 settembre 2005, Lazio-Palermo 4-2) deve indurre ad una seria ma non drammatica riflessione sulla squadra e l’ambiente rosanero. Partiamo dalla squadra e diciamo subito che quei “black out” visti contro il Parma nei primi minuti della ripresa e contro l’Inter nei minuti finali di gioco, non erano casuali o frutto di stanchezza, ma veri e propri segnali di un tracollo che si è consumato nei sette minuti romani che difficilmente riusciremo a dimenticare. Il tecnico Del Neri ha fatto bene a soffermarsi molto su questo aspetto già a fine gara e, da perfezionista qual è, saprà trovare la chiave per far comprendere ai propri ragazzi che le partite non solo durano 95 minuti ma che dovranno abituarsi in fretta a metabolizzare qualsiasi situazione possa incidere negativamente che sia legata a fattori ambientali, agli infortuni fisici o ad errori tecnici propri ed arbitrali.
Tutto l’ambiente può solo gioire ed essere orgoglioso al tempo stesso di una squadra che vanta nel proprio organico otto nazionali ed un giocatore straordinario come Corini ma qui occorre fermarsi. Per intenderci, il Palermo per qualità di organico, potenzialità economiche, blasone ed altro è inferiore alla triade formata da Milan-Juventus ed Inter e, riteniamo essere alla sua portata l’obiettivo di un piazzamento in UEFA o in Champions League mantenendo intatte le doti che hanno contraddistinto il cammino della squadra fino a questo momento e , facendo un passo indietro, lo spirito di sacrificio che contraddistinse la formazione rosa nello scorso campionato. Ed allora sotto con le prossime delicate sfide interne contro Empoli ed il sorprendente Chievo Verona, badando bene ad incamerare più punti possibili.
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