“Palermo è una cipolla”, una guida fuori dai canoni
Un libro che si fa leggere piacevolmente sia dal forestiero sia dal palermitano che si ritrova a sorridere magari con un po’di amarezza su se stesso. Una città, che esce dalla penna del nostro autore in tutte le sue sfaccettature: con i suoi sapori forti, con gli sguardi orgogliosi dei suoi cittadini, con un senso della morte vivo e sempre presente, con i suoi sussulti di ribellione e di dignità all’indomani delle stragi del ’92, con i suoi magistrati, poliziotti o semplici cittadini che hanno saputo dire di no al compromesso, alla mafia morendo per dirsi liberi. Ma c’è anche la Palermo delle case abusive lungo l’autostrada che porta all’areoporto, la città intrappolata da un tragicomico traffico, la città immobile che costringe molti ad andare via ma che ne trattiene altrettanti che non riescono a staccarsi dalle proprie radici, quella che ti sa abbracciare e accoglierti con il suo calore ma dopo poco lasciarti da solo e farti sentire il freddo dell’indifferenza. Questo libro lascia il lettore con la sensazione di essere entrato nella profonda identità dei luoghi e di che li abita, con un po’ di tristezza per le mille potenzialità inespresse e per le tante promesse non mantenute.Ma oggi la nostra città com’è? Che aria si respira? «Oggi sembrerebbe – dice Alajmo – che si possa di nuovo conoscere un periodo di riscossa morale, qualcosa sta cominciando a cambiare e a muoversi dopo un periodo di pericolosa normalizzazione che l’ha attraversato negli ultimi anni». Speriamo che sia così, un augurio a cui si uniscono tutti quelli che a questa città sono legati, tutti i cittadini onesti che credono in un riscatto culturale di una terra che è stata a lungo ferita nella sua dignità.
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