ATTUALITÀ
Palermo e i capitoli da chiudere. E anche da aprire
Certo ne ha, di capitoli da chiudere. Ma tanti ne ha, ancora, da aprire. Che l'anno nuovo sia nuovo davvero. Che altro augurarti, Palermo?
Ultimo giorno. Ultime ore. Un'impresa riuscire a resistere alla tentazione dei bilanci. E infatti non si resiste. Ognuno ai suoi, sentimentali o professionali che siano. Ognuno a tirare le somme, mescolando le lenticchie nel tegame o sonnecchiando in spiaggia sotto l'ultimo sole del 2012, in attesa del tappo di spumante liberatorio, che possa una buona volta sollevare dal peso dei più e dei meno, dei traguardi sfiorati, delle opportunità mancate, delle speranze deluse, dei progetti congelati, e ristabilire finalmente la rassicurante, tiepida ovvietà dell'andiamo avanti.
Il 2012 ha comunque le ore contate, anche a Palermo. Con buona pace dei Maya, passata l'euforia della festa e archiviati cenoni e botti, domani sarà già 2013.
Da buttare abbiamo, di certo, un sacco di roba. Dalle turbolenze elettorali alle proteste di piazza, dalla polveriera Gesip ai fuochi di Bellolampo, dalle macerie dentro le aule dello Zen a quelle di via Bagolino, dai musei chiusi ai teatri occupati...certo Palermo ne ha, di capitoli da chiudere. Ma tanti ne ha, ancora, da aprire. Perché non c'è altra strada, non c'è alternativa. Perché sarà, dovrà essere, un anno nuovo di zecca.
Quello che ci auguriamo é che lo sia, nuovo. Che lo sia davvero e non solo sul calendario. Tanto nuovo da accorgercene tutti, e senza ombra di dubbio. Tanto nuovo da fare, finalmente, la differenza. Tanto nuovo da non potersi più guardare indietro senza uno sbuffo di sollievo, come quando si ha la tempesta ormai alle spalle, e il pericolo é già scampato, e si é salvi. Al riparo.
Che sia nuovo davvero, questo anno. Di contenuti, di scelte, di metodi. E non solo d'abito e di parole. Che sia nuovo come vorremmo che fosse questa città, un giorno. Magari non da domattina, ché sarebbe forse pretendere troppo. Ma presto, comunque. Almeno prima che sia finito, com'é finito questo 2012 di svolte annunciate, di rinascite proclamate, di rivoluzioni accennate.
Che l'anno nuovo sia nuovo davvero. Che altro augurarti, Palermo?
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