SPORT
Palermo: contro l’Atalanta una squadra viva
L’anticipo di Bergamo contro l’Atalanta (Atalanta-Palermo 1-1, sesta giornata di ritorno), squadra rivelazione del campionato, ha fatto emergere due elementi importanti: il Palermo è in buona salute e gioca compatto per sé stesso e per il proprio tecnico e, secondo elemento, ha un’impotenza manifesta in zona gol. Il primo elemento deve rassicurare un’ambiente piuttosto critico e secondo il nostro modesto parere, che ultimamente ha visto solo prove scialbe e poco confortanti al di là del risultato. Ma soprattutto conferma che la squadra non gioca contro il proprio tecnico perché, tra le tante voci che si aggiravano nei soliti improvvisati bar dello sport, si poneva in risalto che all’interno dello spogliatoio esistessero le solite fazioni e che più di un elemento della rosa giocasse contro Guidolin. Contro l’Atalanta la squadra ha smentito tutte queste voci. Il tecnico ha la formazione in pugno. Se questo ci conforta, nonostante constatiamo che il Palermo gioca meglio fuori casa che dentro e che in questo momento Guidolin si sia “intestardito” nel riproporre identici moduli con gli stessi interpreti, il dato che ci intristisce è la manifesta impotenza in zona gol. Noi non siamo schierati tra i pro e contro Caracciolo né vogliamo buttare la croce addosso all’Airone ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Siamo dispiaciuti dall’attuale silenzio stampa in cui si sono trincerati squadra e tecnico, ma alzare ancora il tiro contro l’ambiente sarebbe stato pericoloso. In questo caso meglio tacere e ricordarsi che gli “utili idioti” sono presenti in tutti gli stadi e ci riferiamo a tutti coloro che ancor prima d’iniziare la partita s’impongono di beccare questo o quel giocatore. Non siamo assolutamente d’accordo sulla generalizzazione o per settori dello stadio. Posto che il pubblico pagante ha tutto il diritto di esternare la propria insoddisfazione al termine della partita o per una sostituzione sbagliata in maniera civile, non ci sembra che la squadra abbia fatto tanto per accattivarsene le simpatie. In tutto questo Guidolin ha messo del suo e speriamo che si renda conto di dare nuova linfa ad una squadra che in casa, dove deve proporsi e tentare la via del gol, non può adottare un modulo standard e che il gioco della “spizzicata” con lancio lungo a cercare la testa di Caracciolo spazientirebbe anche un santo. E’ molto probabile che in questo momento non abbia gli interpreti adatti per proporre un gioco alternativo con giocatori abili sulle fasce o a dettare l’ultimo passaggio come faceva Zauli. Prendersela con il pubblico e, soprattutto generalizzando, non ha alcun senso perché Guidolin lo sa bene il calore che questo pubblico ha dato e può dare. Basta solo accendere l’entusiasmo che non deve essere abbinato unicamente al verbo “vincere”.
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