ATTUALITÀ
"Palermo capitale europea della cultura". Come?
Dopo la chiusura del cinema Jolly, un gruppo di cittadini scrive al Sindaco: il cinema indipendente rientra nei piani del rilancio culturale di Palermo?
Al sindaco Leoluca Orlando
All'assessore alla cultura Francesco Giambrone
Ci ha colto di sorpresa la notizia, riportata solo alcuni giorni fa da diversi quotidiani locali, circa l'imminente conversione della destinazione della sala Jolly, di via Domenico Costantino a Palermo, da cinematografica a teatrale. Alla sorpresa ha presto fatto seguito l'amarezza, man mano che apprendevamo le ragioni che hanno indotto l'ormai ex-gestore di uno dei cinema storici della città ad interrompere un'attività che non poteva, ahinoi, più considerarsi redditizia.
Seppur consapevoli dello stato non florido in cui si trovano attualmente le casse comunali e del fatto che la crisi dei monosala non coinvolge la sola Palermo, trovando le sue radici in un generalizzato cambiamento di stili di vita, non possiamo fare a meno di chiederci quale sia, se ci sia, l'orizzonte culturale che l'attuale giunta ha in mente per il capoluogo siciliano.
E se in esso rientri la filosofia del laissez faire, con riguardo al desolante scenario che si apre di fronte a chi, come alcuni di noi, è ritornato a Palermo dopo mesi di vita all'estero: quello di una città il cui centro, o quello che una volta era tale, è sempre più sporco, con i negozi, supermercati e cinema costretti a chiudere uno dopo l'altro, e in cui gli unici segnali di vita provengono dai non luoghi per eccellenza, ovvero i grandi centri commerciali sempre più distanti dal centro.
Quando si parla della chiusura delle piccole sale che ancora oppongono una programmazione almeno in parte indipendente rispetto ai diktat del mercato, non si parla solo di soddisfare il capriccio legato alla volontà di vedere narrata una storia piuttosto che un'altra, ma si esprime una precisa scelta di valore. Una scelta che preferirebbe veder maggiormente valorizzato il cinema italiano, come componente importante del cinema europeo, prima ancora del cinema d'oltreoceano, made in Hollywood.
L'investire in primis sul cinema d'autore nostrano, detto per inciso, non farebbe neanche male all'economia del Paese. Con l'avvento della nuova giunta, molte speranze si erano sollevate tra i palermitani circa un risvegio culturale della nostra città, risveglio che ad oggi tuttavia stenta a intravedersi. Ci chiediamo se il cinema indipendente non rientri nel novero di quelle attività culturali che si è promesso di rilanciare, in vista di una candidatura di Palermo a capitale europea della cultura 2019.
Con l'amarezza di chi vede la propria città continuamente cambiargli sotto gli occhi, e non in meglio, chiediamo all'amministrazione che alle parole si accompagnino finalmente i fatti e si risponda così alle attese di una cittadinanza che non tutta è dormiente.
Un gruppo di cittadini preoccupati
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