ATTUALITÀ
Movida e degrado a Palermo: si mobilitano i cittadini
Stanchi del vandalismo e del degrado, residenti e negozianti della zona Monteleone-Lanza di Palermo si mobilitano ingaggiando a spese proprie la vigilanza notturna
È il prezzo da pagare, in senso letterale, per sopperire alla mancanza di attenzione da parte del Comune a cui i cittadini si sono rivolti per denunciare la situazione più volte in questi ultimi anni senza ottenere alcuna risposta; neanche dalla Polizia municipale nonostante le frequenti richiese di intervento.
Unica eccezione la Rap che, una volta ricevuta la segnalazione del comitato, ha fatto il sopralluogo dimostrando una certa disponibilità al dialogo. Richieste di intervento, proposte di collaborazione, avanzate da singoli e dal comitato tramite posta certificata, sono rimaste prive di riscontro.
A mobilitarsi sono quindi gli abitanti e negozianti della zona, questa "terra di nessuno" come loro stessi ormai la definiscono, a partire dal bio-bistrot Freschette in piazzetta Monteleone, Fusorario e Tetathé in via dell'Orologio.
Stanchi di assistere giorno e notte a scene poco piacevoli, alle bottiglie abbandonate, di essere braccati dalle auto parcheggiate, il locale Freschette insieme ad alcuni dei commercianti e residenti hanno deciso di affrontare una grossa spesa per il servizio di vigilanza (130 euro più iva) della società GIS che partirà dall’ultima settimana di marzo e sarà attiva nel fine settimana; in particolare venerdì e sabato dalle ore 23 alle 4 del mattino della domenica.
Che sia per difendere il proprio lavoro e la propria quotidianità, la scelta del comitato di cittadini sembra lanciare un guanto di sfida all'Amministrazione comunale che non ha saputo affrontare una situazione di "illegalità e di rischio personale", ignorando le richieste di aiuto. Già la scorsa estate, le proprietarie del locale Freschette avevano segnalato il problema della musica a tutto volume, delle risse a "colpi di bottiglie".
«La nostra volontà - dice Francesca Leone, proprietaria di Freschette - è quella di cercare di dare un'immagine di un quartiere che non è solo disfattista ma è anche propositivo. Vorremmo far capire all'amministrazione che siamo disposti a collaborare fattivamente. Il comitato si è costutito per rappresentare una valida figura accanto all'amministrazione, non siamo qui soltanto per lamentarci o per dire che le cose non funzionano.»
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