LIBRI
Montalbano stanco di tutto, forse persino di Camilleri
A pochi mesi da un ennesimo successo commerciale, il nostro autore ne combina un'altra delle sue e tira fuori dal cilindro (o dal pacchetto di sigarette?) "La luna di carta" (Sellerio editore Palermo, pp 267, prezzo 11 euro). Andrea Camilleri - per il quale oramai anche aggettivi come prolifico, vulcanico, inesauribile, risultano inadeguati – richiama urgentemente il suo commissario dalla breve vacanza concessagli con "Privo di titolo" e lo mette di nuovo al lavoro, prima o poi il Maestro dovrà misurarsi con le ire della bella Lidia.
Il povero Salvo in questo romanzo ha a che fare con una torbida storia di sesso, droga, corruzione, sporche manovre poliziesche, avvenenti fimminune sicule e colichette notturne del suo omonimo figlioccio, neonato erede di Augello.
Vittima del momento è un informatore farmaceutico, attualissimo stereotipo di losco figuro, privo di scrupoli e "ovviamente" dedito a corruzione, sesso facile e via discorrendo, infatti viene ritrovato cadavere, orrendamente sfigurato e in condizioni apparentemente tutt'altro che equivoche. La vicenda si intreccia e si intorbidisce seguendo schemi ben rodati ai quali Camilleri ci ha già abituati da tempo sfociando, pagina dopo pagina, verso la sua ovvia conclusione. Montalbano in questo romanzo, pur dimostrando ottimo appetito, e immutata attenzione verso tutto ciò che di bello incontra, appare decisamente stanco. Non si alza più all'alba ed ha bisogno addirittura della sveglia, dirada le tonificanti e vigorose nuotate di un tempo preferendo abbandonarsi sul bagnasciuga per lasciarsi pulire l'animo dalla risacca (richiamando alla memoria un altro eccezionale e purtroppo poco noto personaggio di Camilleri: il vegliardo de "La stagione della caccia"), va in giro in auto lento e distratto come un ragioniere in pensione guadagnandosi gli improperi degli altri automobilisti, risulta sempre meno tollerante nei confronti dei suoi subalterni (povero fedele Mimì...) e sempre più rassegnato alla presenza ingombrante dei suoi superiori.
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