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"Milano Cairo", dove finisce la sovranità italiana

  • 3 aprile 2006

New York City, il Sig. X, cittadino est-europeo, comodamente seduto su una panchina, addenta un hot dog, improvvisamente da un furgone bianco escono sei energumeni in passamontagna che lo caricano di forza nel retro del mezzo. Supponiamo che i sei marcantoni in questione siano agenti dei servizi italiani e che abbiano "forzatamente prelevato" il Sig. X perchè implicato in un pericoloso traffico di scorie nucleari dall’est Europa all’Italia. Supponiamo che sul Sig. X indaghino anche il Federal Bureau e la CIA, perchè pare stia organizzando una cellula terroristica in territorio statunitense. A seguito dell’azione degli italiani salta tutta l’indagine del Bureau e della CIA.

Vincenzo Vasile, che reazione ufficiale possiamo ipotizzare da parte delle autorità USA?
«La risposta è semplice: gli Usa scatenerebbero in risposta una guerra di "servizi" e diplomatica, e la potenza straniera che avesse compiuto una simile interferenza se la vedrebbe brutta».

Lasciamo perdere l'ipotesi e veniamo ai fatti, il 17 febbraio del 2003, a Milano, un gruppo di agenti della CIA ha caricato su un furgone tale Osama Mustafa Hassan Nasr, alias Abu Omar, imam della moschea milanese di Viale Jenner. Gli americani sono interessatissimi a questo personaggio, a quello che sa, a quello che può dire in tema di terrorismo islamico. I magistrati italiani però indagavano su di lui, lo sospettavano di essere un reclutatore di terroristi in italia, di essere catalizzatore di alcune cellule terroristiche nel nostro paese.

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Vasile, qual è stata la conseguenza dell'azione americana sulla indagine italiana?
«Anche qui una risposta semplicissima. Hanno tolto dalle mani della magistratura italiana un uomo su cui gravano pesantissimi sospetti. Abu Omar reclutatore di kamikaze e cattivo maestro di aspiranti terroristi si è volatilizzato. Un depistaggio di fonte americana l'ha segnalato nei Balcani, mentre l'imam era rinchiuso in una cella del Cairo dove veniva sottoposto a torture, con lo scopo di convincerlo a svolgere un ruolo di provocazione nella rete del fondamentalismo islamico. Condoleeza Rice nella sua recente trasferta in Europa ha esaltato i trasferimenti forzati come uno strumento di battaglia al terrorismo internazionale. E in questo modo gli USA nel nome della lotta al terrorismo hanno sabotato un'importante inchiesta italiana sul terrorismo».

Se vi state chiedendo quale sia stata la risposta del governo italiano all'azione USA vi consigliamo di leggere "Milano Cairo, viaggio senza ritorno, l'imam rapito in Italia dalla CIA, le rivelazioni del kamikaze pentito" (Tullio Pironti editore, Euro 13). Gli autori, Guido Ruotolo e Vincenzo Vasile, sono entrambi noti giornalisti. Il primo attualmente scrive per La Stampa, si occupa di Islam e terrorismo da parecchio tempo e il suo impegno in questo senso gli ha creato in passato non pochi disagi; Vasile, palermitano classe '48, è stato direttore de "L'Ora", capo della redazione de "L'Unità", inviato speciale durante guerra del Golfo Iran-Iraq, inviato per un intero anno in Medio oriente con base a Gerusalemme. Nella stesura di “Milano-Cairo” i due hanno attinto parecchio all'opera di magistrati del calibro di Armando Spataro, realizzando un libro che pur avendo la struttura dell'inchiesta giornalistica, prende e coinvolge come un vero e proprio romanzo. Tuttavia il testo non è solo la storia del rapimento dell’imam, leggendolo infatti scoprirete come eminenti testate statunitensi abbiano definito l'indagine italiana su Omar un esempio da seguire per gli inquirenti americani, esaltando l'indipendenza del pubblico ministero italiano dall'esecutivo.

Infine, nello stesso romanzo la storia di Riadh Jelassi, kamikaze pentito, un bravo ragazzo - già, proprio così - con la passione per la musica e una sola grande sfortuna: essere nato nel posto sbagliato e non potersi nascondere al proprio destino. Vittima di una infanzia, una adolescenza e una gioventù orribili, vissute nella costante, totale, violenta negazione del diritto di esprimere la propria personalità, colpevole solo di essere mancino, povero e ignorante, preda facilissima per "cattivi maestri" come avrebbe potuto essere Abu Omar. Riadh Jelassi si è pentito e adesso la sua vita è diversa, l’imam è stato rapito dalla CIA e non è più in Italia. Due terroristi in meno sul suolo nazionale? Prima di farvi venire in mente un'idea del genere leggete questo libro.

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