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Marco Parente, il nuovo “navigatore delle stelle”

  • 10 ottobre 2005

Sono nomi pesanti quelli a cui è stato accostato Marco Parente nel corso della sua carriera, iniziata nel 1997 con "Eppur non basta", pubblicato per il fondamentale Consorzio produttori indipendenti dei Csi e al cui interno è presente anche un duetto con una giovane Carmen Consoli (da notare, in precedenza, la sua partecipazione ai lavori in studio per i due capolavori dei Csi, "Ko de mondo" e "Linea gotica"). Tim e Jeff Buckley, Radiohead, ma soprattutto l’Alan Sorrenti degli inizi, quello di "Aria" e "Come un vecchio incensiere all’alba di un villaggio deserto", prima che si convertisse al pop di consumo e di facile (facilissimo) accesso. Da ognuno di questi importanti artisti la voce, la musica, la composizione del cantautore napoletano attingono qualcosa, senza però che manchi un tocco personale che dà un senso di coerenza al tutto.

Una carriera, peraltro, che ha finora mantenuto le fulgide promesse degli esordi. Parente suonerà per la prima volta a Palermo ai Candelai, in via Candelai 65, giovedì 13 ottobre alle 22.30 (ingresso 5 euro), e per l’occasione presenterà brani dal suo ultimo lavoro, "Neve ridens", uscito per la Mescal, l’etichetta alla quale è approdato dopo il secondo album "Testa, di’ cuore" e la successiva separazione, con qualche polemica, dal Consorzio, destinato comunque a una fine ingloriosa. Sotto le sapienti mani del nuovo produttore, Manuel Agnelli degli Afterhours (sua la firma su "Solo un grande sasso" dei Verdena, oltre che su diversi lavori di Cristina Donà, Massimo Volume e Scisma), Marco firma "Trasparente". Terzo album che conferma le attitudini del cantautore verso un pop intenso e sofisticato, venato di jazz talvolta, con la presenza di un altro pupillo Mescal, Paolo Benvegnù degli Scisma (e ora acclamato solista) alle chitarre elettriche. Il live "L’attuale jungla", uscito nel 2004, fotografa l’artista in un momento di grazia, scolpendo nella memoria di chi lo ascolta apici di poesia in cui pop, jazz e un rock dissonante e sferzante si fondono alla perfezione. "Il mare si è fermato" è uno di essi, così come "Karma Parente".
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