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Mandreucci scopre l’elettronica

Balarm
La redazione
  • 2 dicembre 2006

Seduto su una poltrona da barbiere, Marcello Mandreucci ha presentato a Palermo il suo primo lavoro discografico "Barber shop". L’artista palermitano, che calca la scena già dalla metà degli anni settanta come speaker radiofonico, autore di programmi per la Rai, attore in teatro e in un film ("L’uomo cane"), ha accolto i suoi ospiti presso Ellepi dischi. Ma Mandreucci è soprattutto un grande musicista che da sempre ha legato la sua voce al pop e al folk, ma che in questo primo cd scopre e si lascia ammaliare dalla seducente musica lounge/elettronica.

L’album è un’alchimia sonora, analogico versus digitale, se lo si può raccontare con una metafora. Il minimo comune denominatore delle diverse canzoni è quindi sicuramente l’elettronica, ma di traccia in traccia contaminata con sonorità diverse, il cui richiamo artistico potrebbero essere gli Air quanto Moby quanto i Royksopp. I dieci brani inseriti nel disco (nove inediti e una cover, cantanti in inglese) parlano di ecologia, di viaggi, di pace nel mondo, delle casuali sregolatezze che nel corso della vita capitano a chiunque. Un viaggio ed un percorso sonoro dove oltre ai suoni emergono i sentimenti. «Mi è venuto naturale perché credo nelle canzoni che veicolano anche sostanza» dichiara Mandreucci… e si sente. Il disco, prodotto da Vincenzo Callea per l’etichetta indipendente Ego Music di Milano, è uscito il 24 novembre in Italia e in contemporanea anche in Francia, Germania e Inghilterra.
fra.ere.

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