LIBRI
Letteratura e mistero alla scoperta del “giallo”
Nove studi in giallo, questo il titolo di un ciclo di incontri dedicati al romanzo giallo, che, iniziati il 13 ottobre, continueranno fino al 7 dicembre ogni giovedì alle ore 18 presso la libreria Pegaso di via Notarbartolo 9/F. Organizzatore e curatore della manifestazione Marcello Benfante scrittore e critico letterario sulle pagine palermitane del quotidiano La Repubblica. Un viaggio nell’enigma e nei misteri di un genere letterario che oggi trova sempre nuovi lettori riscuotendo grande successo di pubblico. Critici, scrittori ed intellettuali come Santo Piazzese, Piergiorgio Di Cara, Valentina Gebbia, Salvatore Ferlita, Evelina Santangelo, Luigi Bernardi e Beatrice Agnello si ritroveranno a discutere su autori e opere narrative collocate in differenti momenti storico sociali. Titolo del prossimo appuntamento che si terrà giovedì 27 ottobre è “Non chiudete quella porta” in cui Alfonso Geraci e Alessandro Locatelli discuteranno su un grande maestro come John Dickson Carr. Per capire di più su contenuti e motivi di questi appuntamenti, abbiamo rivolto alcune domande a Marcello Benfante.
L’idea è nata casualmente da un forum organizzato dalla redazione di Repubblica-Palermo. La discussione si era fatta così intricata e intrigante che ho pensato di proseguirla e svilupparla sotto forma di incontri a tema. Non casuale, invece, è l’esigenza di riflettere su un genere che in passato è stato ingiustamente penalizzato e scarsamente considerato dalla critica accademica (con alcune encomiabili eccezioni), ma che oggi al contrario corre un rischio peggiore, ossia di essere svilito e snaturato da un’inflazione galoppante di titoli e autori, spesso di modestissima qualità.
Su che cosa si è basata la scelta dei titoli dei romanzi che verranno presi in esame durante questi incontri?
Io mi sono limitato a invitare alcuni scrittori e intellettuali a trattare l’argomento “giallo”. Ciascun relatore ha poi scelto liberamente di chi e cosa parlare. Anche i modi della comunicazione sono lasciati alla libera interpretazione dei relatori. Qualcuno ha optato per la classica conferenza, anche se non ex cathedra, mentre altri hanno preferito una forma più colloquiale.
Il successo del giallo nostrano ( Siciliano ed italiano ) ed estero ( Codice da Vinci ). Come spiega questo fenomeno?
Viviamo in un mondo sempre più violento e tecnologizzato. La scienza non riesce tuttavia a risolvere i misteri dell’esistenza né a garantirci un minore tasso di pericolo. Il giallo, soprattutto nella forma dura e pessimistica del “noir”, esprime la paura dell’uomo moderno, il suo smarrimento, il suo desiderio di sublimare il delitto in una controllabile e rassicurante forma letteraria o, più spesso, paraletteraria. Anche il successo di Camilleri rientra in questa forma esorcistica e in qualche modo apotropaica.
La differenza tra il giallo di ieri ed il giallo di oggi? Che cos’è cambiato?
È tramontata la stagione aurea del mystery. Al suo posto si afferma un poliziesco ironico, parodistico, metaletterario. Molti gialli virano sull’umoristico o addirittura sul comico. C’è una singolare ripresa del feuilleton, che potrebbe sembrare anacronistica, ma rientra invece in questa perdita di realtà del giallo. Ovviamente, ci sono significative eccezioni. In generale, tuttavia, il livello tecnico è scaduto: per scrivere un mystery ci vuole professionalità, originalità, un saldo mestiere. Oggi è raro trovare un giallista che possieda queste doti.
Cosa cerca il lettore di oggi nel romanzo giallo?
Il giallo è sempre stato sostanzialmente un genere d’intrattenimento. La gente cerca uno svago, un’evasione. In questo non c’è niente di male, non bisogna essere dei moralisti seriosi e austeri. Naturalmente, il giallo in sé non pregiudica esiti artistici di alto livello. Vi sono stati grandi giallisti (ed estimatori del giallo) come Sciascia o Dürrenmatt che hanno proposto ai lettori un pessimismo problematico, non consolatorio, destabilizzante. Il giallo è una delle forme possibili della letteratura. Dipende dall’autore non assecondare la passività del lettore pigro e stimolarlo a una fruizione che vada oltre il semplice relax.
Il prossimo appuntamento: Chi saranno gli ospiti e di che cosa si parlerà?
Il 27 ottobre, sempre alla libreria Pegaso, Alfonso Geraci e Alessandro Locatelli parleranno di un maestro del mystery classico: John Dickson Carr. Il loro intervento s’intitola “Non chiudete quella porta” e allude a un topos della narrativa gialla, ossia l’enigma della camera chiusa, del delitto consumato in un luogo da cui nessuno può essere uscito. Questo genere di sfide al lettore, alla sua intelligenza logica, è oggi piuttosto desueto, anche perché richiede grandi qualità di fantasia e di ragionamento. I racconti di Dickson Carr sono meccanismi perfetti, affascinanti congegni a orologeria.
Conferenze, laboratori di scrittura, insomma molto interesse per il libro ed il mondo della cultura? Come legge questo fenomeno?
È uno degli aspetti del consumismo contemporaneo. Cresce il desiderio di accostarsi alla cultura. A volte si tratta di un desiderio sincero di conoscere o di accostarsi alla bellezza, più spesso si tratta di un atteggiamento superficiale o addirittura di una moda. È comunque l’effetto necessario di un innalzamento del livello d’istruzione. In generale è un fenomeno positivo, anche se spesso si ha l’impressione che la massa più che leggere acquisti libri, più che un interesse per la letteratura abbia un desiderio narcisistico di affermazione.
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