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Lasciami andare madre, un incontro lacerante al Bellini

  • 3 aprile 2005

Le proposte del cartellone del teatro Biondo di Palermo per il ritrovato palco del teatro Bellini (sito nell’omonima piazza cittadina) continuano all’insegna dell’interesse per gli autori europei contemporanei, essendo infatti “Lasciami andare madre” il prossimo spettacolo in rassegna dal 12 al 24 aprile, un musikdrama di Lina Wertmüller e Helga Schneider, diretto dalla Wertmüller, tratto dall’omonimo libro di Helga Schneider (Adelphi Edizioni), una produzione del Teatro Eliseo con impianto scenico e costumi di Enrico Job, musiche di Italo Greco e Lucio Gregoretti, ed interpretato da Roberto Herlitzka e Milena Vukotic.

“Lasciami andare madre” è la storia della stessa Helga Schneider che, dopo essere stata abbandonata bambina, nel 1943, dalla madre cattiva totalmente presa dalla “fede” nazista, rivive in un delirio notturno la storia dell’ultimo incontro con la genitrice, ritrovata sessant’anni dopo quel crudele abbandono che segnò l’inizio della sua desolatissima infanzia. Nella mente sconvolta riemergono frammenti del suo passato, la dolorosa esperienza dell’abbandono, ma anche l’attrazione e la repulsione al tempo stesso per un appuntamento fatale: quello con la madre, una madre cattiva capace di lasciare la propria figlia implorante per correre in aiuto al fürher. Lina Wertmüller, molto colpita dall’incontro con la scrittrice, una signora bionda dagli occhi azzurri e dall’aria molto composta e civile, ha sentito tutta la forza e le possibilità teatrali presenti in questa storia-confessione, il più tremendo dei suoi romanzi autobiografici, ed ha così deciso di metterlo in scena. Nello spettacolo, Roberto Herlitzka veste i panni della madre, mentre Milena Vukotic interpreta l’autrice, che sei anni fa rivede la madre per la seconda volta nella sua vita; un incontro atroce, un misto di emozioni e riluttanza. Uno spettacolo sconvolgente, la trasposizione teatrale in stile brechtiano della Wertmüller, che serve da monito di fronte ai fanatismi ideologici ed alle mostruosità dell’animo umano. Helga Schneider è nata in Polonia nel 1937. Ha vissuto in Germania, in Austria e dal 1963 vive e lavora in Italia, a Bologna, (ha la cittadinanza italiana). Ha pubblicato “Il rogo di Berlino” “Porta di Brandeburgo”, “Il piccolo Adolf non aveva le ciglia” e “Lasciami andare, madre”. Con il suo romanzo d’esordio nel 1985, “ Il rogo di Berlino”, un autentico caso editoriale, aveva raccontato la storia della sua infanzia trascorsa a Berlino negli anni bui del nazismo. Nel 1971 scopre che la sua vera madre è ancora viva a Vienna e decide di andarla a trovare. Da quel primo breve incontro (solo mezz’ora) rimane molto traumatizzata (la madre, a distanza di tanti anni, ancora fiera del suo passato, le mostrò la divisa nazista che indossava il giorno in cui venne arrestata ad Auschwitz e tentò anche di fargliela indossare e di regalarle una manciata d'oro, forse come risarcimento della sua latitanza materna durata 30 anni). Inorridita e avvilita, Helga scappa e torna a Bologna.

Nel 1998, su invito di un amica, decide di fare visita alla madre anzianissima per l'ultima volta, ma anche questo incontro è lacerante e dal suo sgomento (come può un essere umano abbandonare due figli piccoli per inseguire un sogno di morte? Come si può assistere agli orrori che si svolgono quotidianamente sotto i propri occhi senza alcun turbamento?) nasce il libro “Lasciami andare, madre” uscito in Italia nel 2001 e stampato anche in Olanda, in Francia e nel ottobre del 2002 anche in Germania. In aprile 2002 è uscito il suo ultimo libro, per ragazzi, dal titolo “Stelle di cannella”.
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