LIBRI
“La porta degli innocenti”, un violento gioco di ruolo online
Se i “gialli” non rientrano fra i vostri appetiti letterari, scartatelo, vi annoiereste a morte. Ma se nutrite una certa simpatia per il genere, o siete degli appassionati, “La porta degli innocenti” (Dario Flaccovio Editore, pp. 318, 14,50 euro) fa al caso vostro. Si tratta dell’ultimo parto del quarantottenne milanese Valter Binaghi, insegnante di filosofia e storia, consulente editoriale e, ovviamente, scrittore (al suo attivo: “L’ultimo gioco” – Mursia, 1999, scritto con Edoardo Zambon, e “Robinia Blues” – Dario Flaccovio Editore, 2004). Ne “La porta degli innocenti” l’autore mette su carta un thriller in piena regola, incentrato su un gioco di ruolo on-line (virtuale), che finisce per diventare, incredibilmente e fatalmente, reale, con tanto di vittime sacrificali.
A dirigerlo, a dettare cioè le regole del gioco («ci sono quattro chiavi da procurare per trovare il Passaggio: ogni morto è una chiave, e il Passaggio è nella grotta»), è Maimo, un ventenne (classe ’85), mezzo invasato, che si considera “l’eletto”, scelto fin dall’infanzia per adempiere ad una profezia («lui che è in tutto e per tutto simile all’Antico e mostra di discendere dal misterioso piccolo popolo della montagna. Quanto ha dovuto soffrire per la bassa statura che i compagni sbeffeggiavano nei primi giorni di scuola, prima di trovarsi intimoriti di fronte alla sua mente superiore! »).
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