FOOD & WINE
L’uovo con la sorpresa… saporita
Vi siete mai chiesti come mai i nostri nonni legavano le valigie con chilometri di spago, nel viaggio della speranza verso il Nord, e tenevano i salami sotto braccio, prestando attenzione massima? La verità, che la Storia non ammette, è che quei poveracci erano vittime di tanti furti e non sapendo più cosa fare, escogitarono un modo per difendere la preziosa merce di scambio trasportata. Il contenuto era fatto per lo più da generi alimentari, indossavano tutti i vestiti necessari, sia quello di tutti i giorni, sia quello della festa, così da risparmiare spazio. Quei viaggi erano motivo di soddisfazione e di vanto, per i nostri avi orgogliosi.
Nessuno resisteva alla bontà delle nostre cose. Abbiamo conquistato tutti, è un dato di fatto, confermato da quanti vengono qui e vorrebbero restarci e non solo per la gastronomia; da quanti tentano di ripetere le nostre ricette; da quanti si avvicinano alla dieta mediterranea, ritornata in auge, dopo “mode” alternative e squilibrate. «Tutto qui ha un altro sapore! Perfino il pane è un dolce!» mi ha detto una signora milanese dopo un pranzo, che a me sembrava normale. Evidentemente non lo era. La signora era convinta, non a torto, di non poter raggiungere i livelli assaggiati qui, soprattutto per mancanza di materie prime.
Certo il piacere di mangiare un po’ di pesce fresco è impareggiabile, ma ci sono cose sublimi, che sottoposte a metodi di conservazione geniali, inventati addirittura dai Fenici, aggirano l’ostacolo del trasporto: il tonno o, più raro, il pesce spada sott’olio, a volte sotto aceto; il musciame, dall’arabo mushama, cioè secco, che è una sorta di salame di tonno, fatto con i filetti essiccati e insaccati; la ficazza, altro tipo di salame fatto con il fegato e altre frattaglie; la famosa bottarga, dall’arabo botarikh, uova di pesce salate.
Gli spaghetti con la bottarga… di una bontà disarmante. Ma anche le semplici fettine con olio e limone e magari un po’ di rucola. Ogni volta che scrivo, mi vengono spinni incontenibili e non è detto che siano facilmente concretizzabili, almeno nell’immediato. Purtroppo! Un giorno me ne andrò in eremitaggio e prescinderò da questi piaceri, così dispersivi! Intanto vi suggerisco di preparare un’ottima pasta con la bottarga. È molto semplice, occorrono 500 gr di spaghetti di grano duro, 150 gr di uova di tonno, olio d’oliva, uno spicchio d’aglio e una manciata di prezzemolo tritato. Basta soffriggere l’aglio nell’olio e unire a questi una piccola parte di bottarga, tanto per insaporire; cuocere gli spaghetti, scolarli al dente e condirli con l’olio, aggiungendo la restante bottarga, cospargere di prezzemolo e servire.
Appassionata del prodotto una volta ho mangiato tutto a base di uova di tonno, ottimo per carità, ma ho avuto la felpazione della lingua, effetto collaterale della secchezza delle fauci, ho dovuto cammellare un silos d’acqua, restando peraltro inappagata. Da allora opto per abbinamenti vari, dopo un bel piattone di spaghetti con la bottarga faccio seguire un bel pesce al cartoccio, un’insalata, una bella macedonia… Gusto senza controindicazioni! Ah, avete mai provato i ravioli con la bottarga? Una vera delizia!
L’abbinamento
La bottarga, cibo prediletto da buongustai e gourmet, sorprende per il suo aroma intenso e persistente e per il sapore salso-aromatico. Rappresenta quanto di meglio ci si possa aspettare dalla cucina marinaresca della nostra isola, sebbene non sia una scoperta realmente locale. Per un piatto come questo, nonostante il suo indubbio vigore, è preferibile abbinare vini bianchi giovani, profumati, sapidi ma morbidi, delicatamente caldi e persistenti, come l’Alcamo Sauvignon. Vitigno a bacca bianca di evidente provenienza francese, che ben si adatta al microclima di una delle zone più vitate della nostra regione.
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