L'irrilevanza della memoria secondo Alajmo
Regola numero due: i ricordi devono essere condivisi da un numero di persone superiore a dieci. Regola numero tre: i ricordi devono essere scampati a qualsiasi forma di sopravvivenza televisiva o artificiale”. Assodato questo il percorso appare più semplice e si senta sgravato il lettore dal pensiero, in questo “Bignami della memoria superflua” – molto soggettivo, palermitano, maschile e generazionalmente connotato (leggi: Avvertenze) –, di trovarvi tra le pieghe dell’irrilevanza il sapere assoluto, la verità nascosta o uno perdutto scoop storico da sciorinare sotto il naso di amici e conoscenti; per nulla vogliosi di conoscere e valutare la profonda cultura maturata dal proprio interlocutore. La forma scelta dall’autore è propria dell’Abbeccedario d’uso antico. Grandi lettere in ordine alfabetico, con pagine di definizioni accomunate da una stessa lettera. Inoltre, trattandosi di una soggettiva, il libro è una memoria che stimola il lettore alla scrittura ovvero ad annotare i propri ricordi inutili, tra i tanti spazi bianchi, e pertanto il contesto si presta ad essere vissuto, riscritto, integrato dalla penna di chi ne possiede una stampa in mano. L’invito è fatto anche dall’autore. Forse uno strumento di democratica partecipazione alla lettura-integrata d’un libro? Un nuovo filone concessoci da Alajmo, magari coscientemente, visto l’anticipo esclusivo – nel blog anzidetto e per un periodo limitato (non se ne trova, infatti, più traccia, n.d.r.) –, del primo capitolo del nuovo romanzo, con l’intento di ricevere stimoli, suggerimenti, critiche, in una sola parola: partecipazione attiva del lettore, tanto presente che futuro? Chissà!
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