ATTUALITÀ
L'erede di Don Sturzo si candida alla Regione
Presentata anche a Palermo la candidatura di Gaspare Sturzo alla Presidenza della Regione Siciliana per il partito "Italiani liberi e forti", nato lo scorso gennaio
Presentata anche a Palermo la candidatura di Gaspare Sturzo alla Presidenza della Regione Siciliana per il Partito “Italiani Liberi e Forti”, nato il 18 gennaio scorso. Gaspare Sturzo, nato a Palermo il 17 dicembre 1962, magistrato ordinario, nipote di Don Luigi Sturzo e Presidente del CISS – Centro Internazionale Studi Luigi Sturzo, è stato presentato venerdì 29 giugno da Giovanni Palladino, Segretario Politico del partito “Italiani Liberi e Forti” e figlio del curatore dei beni dei fratelli Sturzo. «Il partito» - ha detto Giovanni Palladino - rinuncia al finanziamento pubblico che verrà restituito immediatamente al governo nazionale appena gli sarà accreditato. Si reggerà con quote volontarie degli aderenti, che comunque non dovranno superare il valore di 10.000 euro per evitare di essere condizionato dai “poteri forti”». Il partito è di ispirazione cristiana ma laicamente aperto a tutti, anche ai non credenti.
Pone al centro “la” persona e non “una” persona. Per garantire la migliore selezione fra gli iscritti e i dirigenti si è dotato di un Codice Etico molto severo. Si è dotato di un innovativo Statuto Federale, che offre grande autonomia e partecipazione democratica alla base degli iscritti. Rifiuta soldi pubblici, perché viene finanziato solo dai contributi dei soci ordinari, dai soci sostenitori e dei simpatizzanti. Si è prefisso di puntare su 15 impegni che rappresentano il filo conduttore di un programma di governo coerente con la cultura che “Italiani Liberi e Forti” si propone di promuovere per creare in Italia una società più responsabile e solidale, così come hanno scritto in un opuscolo distribuito all’atto della presentazione.
Questi punti spazieranno dalla Famiglia alla Globalizzazione, dalla Persona all’Europa, dalle Autonomie Locali al Finanziamento della Politica, etc. Gaspare Sturzo si è detto convinto dell’inutilità di oltre 3.000 enti con consigli di amministrazione, personale etc. che fanno capo a Regioni, Provincie e Comuni che costano allo Stato oltre 7 miliardi di euro all’anno, di cui 2,5 miliardi solamente per il pagamento dei consigli di amministrazione e che svolgono dei servizi che potrebbero essere svolti direttamente dalle regioni e dai comuni. Siamo convinti che le premesse sono buone, adesso però bisogna pensare “ai numeri”, che in politica contano altrettanto quanto i buoni propositi.
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