CINEMA E TV
L’alba dei morti viventi, spirito e cinismo a più non posso
I puristi non potranno storcere il naso in quanto tutto segue le regole canoniche: c'è sangue, budella, arti mozzati, cervella spappolate e occhi pendenti
L’alba dei morti viventi (Dawn of the Dead)
USA 2004
Di Zack Snyder
Con Sarah Polley, Ving Rhames, Jake Weber, Mekhi Phifer, Ty Burrell
Ore 6.37 di un mattino qualsiasi. L'infermiera Ana Clark (Sarah Polley) viene svegliata dalle urla di suo marito. È riverso a terra, con la giugulare recisa da un morso. Ana cerca di tamponare la ferita quando ormai l'uomo è morto. Ma all'improvviso questi si solleva e cerca di aggredirla con una violenza ed una rabbia inaudita. Sconvolta si lancia dalla finestra, mette in moto l'automobile e si rende conto che tutto intorno c'è il delirio. Dopo una fuga rocambolesca incontra l'agente di polizia Kenneth (Ving Rhames) e qualche altro disperato con cui prova ad uscire dall'incubo barricandosi in un supermercato. L’assedio dei non-morti comincia. Allora, partiamo dal presupposto che questo non è un semplice remake ma una bella rivisitazione del capolavoro “Zombi” di George Romero, una sorta di re-invenzione che l’ha risvegliato a vita nuova. “L’Alba dei morti viventi” ha una personalità, un'atmosfera e uno stile del tutto originali e inimitabili.
Il film oltre all’originale “Zombi” regala anche una serie di citazioni e strizzate d’occhio riguardanti altri film del panorama cinematografico contemporaneo e non, come il già citato “28 giorni dopo”, e ancora il zombesco “Resident Evil” e persino “Final Destination”, “Schindler’s List” e “Shining”. Il tutto sopportato da un cast funzionale (massiccio e convincente come sempre Ving “Marcellous Fallace” Rhames, versatile e concreta Sarah Polley) e da una sceneggiatura spassosa scritta da quel geniaccio di James Gunn già autore del copione cult di “Tromeo & Juliet” (uno dei capolavori della Troma Entertainment). I puristi non potranno storcere il naso in quanto tutto segue le regole canoniche: c'è sangue, budella, arti mozzati, cervella spappolate, occhi pendenti e rigurgiti ripugnanti, il tutto condito con battute di spirito e cinismo a più non posso. Insomma un bel film “di genere”.
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