MUSICA
Jazz di fine anno all’Open con Antonio Zambrini Quartet
Sarà il pianista milanese Antonio Zambrini a chiudere per questo 2004 la programmazione dell’Open Jazz Club di Palermo (via Nicolò Turrisi 51/53) insieme al suo quartetto costituito da Giulio Martino al sax, Tito Mangialajo Rantzer al contrabbasso e Ferdinando Faraò alla batteria, giovedì 30 dicembre, con due set (ore 21.30 e 23.30, biglietto 10 euro, allievi 6 euro, sostenitori ingresso libero).
Diplomato in Direzione di Coro al Conservatorio di Padova ed in Musica Jazz presso il Conservatorio di Parma, allievo dei Seminari Senesi di Musica Jazz sia come flautista che come pianista, da polistrumentista Zambrini ha scelto di dedicarsi al piano, imponendosi prepotentemente all’attenzione della critica nel 1998 con il cd “Antonia e altre canzoni” (Splasc/h) per purezza espressiva, bellezza e chiarezza delle linee e per l’equilibrio melodico-armonico evidenziato, venendo selezionato fra le migliori opere prime italiane dalla giuria del premio “Django d’or”, a cura dalla critica musicale francese ed italiana. Collocato dalla stampa specializzata al secondo posto nella graduatoria dei migliori nuovi talenti del jazz italiano (1998), il musicista milanese è stato così incoraggiato a proseguire nella sua attività con la realizzazione dei successivi “Forme semplici” (2000) e “Quartetto” (2001), che ne hanno confermato la presenza tra i migliori talenti emergenti dei rispettivi anni (referendum della critica su “Musica Jazz”).
Fra le sue tante collaborazioni spiccano quelle con Claudio Fasoli, Tiziana Ghiglioni, Enrico Rava, Mark Murphy, Tiziano Tononi, Gabriele Mirabassi, Emanuele Cisi, Stefano D’Anna, Roberto Bonati, Andrea Dulbecco, Giorgio Licalzi, Bruno De Filippi, Javier Girotto, Daniele Cavallanti. Del 2003 è l’ultima fatica discografica a suo nome, “Due colori” – con Kyle Gregory alla tromba e flicorno, Tito Mangialajo Rantzer al contrabbasso e Roberto Dani su batteria e percussioni – che lo consacra sulla scena jazzistica anche come fine autore oltre che come sensibile interprete.
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