MUSICA
Jazz club: trio con piano e senza piano
Due gli appuntamenti per la Palermo del jazz questa settimana, rispettivamente proposti dal Brass Group e dall’Open Jazz Club. Additata spesso a riprova del tramonto della predominanza maschile nell’ambito del piano jazz, Lynne Arriale concentra nel trio a suo nome un ampio spettro di sensazioni, che riscalderanno l’atmosfera jazzistica del “Blue Brass” di Palermo (presso la sala adiacente alle arcate rinascimentali di Santa Maria dello Spasimo) martedì 30 novembre (ore 21.30, ingresso 10 euro). Nativa di Milwaukee, dopo il diploma inizia ad interessarsi all’arte dell’improvvisazione studiando jazz e suonando già professionalmente. Con il proprio trio, la pianista e compositrice ha collaborato con Frank Morgan, Clark Terry, Emily Remler, Dakota Staton, Al Grey, Warren Vaché e Gene Bertoncini. Vincitrice nel 1993 dell’ “International Great American Jazz Piano Competition” di Jacksonville, in Florida, fra i dieci pianisti invitati a girare il Giappone con il gruppo “100 Golden Fingers”, la Arriale ha condiviso la scena con Hank Jones, Tommy Flanagan, Kenny Barron, Harold Mabern, Junior Mance, Monty Alexander, Roger Kellaway, Ray Bryant e Cedar Walton.
Più tecnicistico il trio che si presenta all’ “Open Jazz Club” di via Nicolò Turrisi per lo “special event” di domenica 28 novembre (doppio concerto ore 21.30/23.15, ingresso 10 euro, allievi musica insieme 6 euro al secondo concerto, soci e musicisti sostenitori ingresso libero al secondo concerto), guidato da Cuong Vu, sicuramente fra i trombettisti più interessanti degli ultimi anni, forgiatosi nelle formazioni d’avanguardia creativa newyorkesi e da lì passato poi alla prestigiosa band di Pat Metheny. Padrone di una tecnica disinvolta e di classe, il musicista d’origine vietnamita presenta con il suo trio un originale mix di jazz, rock alternativo e underground, fissato nel disco “Come Play With Me” marcato “Knitting Factory”, la fucina dei giovani talenti che dalla Grande Mela diffondono un moderno lessico jazzistico in tutto il mondo. Un trio pianoless che con tromba, basso elettrico e batteria riesce a fondere impalpabili sonorità con imprevedibili improvvisazioni funk, dove l’elettronica ha il compito di amalgamare rarefatte atmosfere ed improvvisi sussulti. Molto attivo quindi in campo sperimentale, per una avanzata sintesi di svariati generi musicali attraversati obliquamente da elementi propri del jazz, Cuong Vu abbina prestigiose collaborazioni (Dave Douglas, Gerry Hemingway, Bobby Previte, Mark Helias e Pat Metheny) ai progetti che lo vedono alla testa del suo VU-TET (dove figurano altri tre giovani di belle speranze) o del presente trio con musicisti dagli obbiettivi similari, quali il bassista Stomu Takeishi ed il batterista Ted Poor.
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