MUSICA
Jazz al femminile all’Open Jazz Club
Torna a Palermo il jazz d’alta scuola e ancora una volta l’appuntamento è all’Open Jazz Club di via Nicolò Turrisi 53/55. A riempire l’atmosfera intima e raccolta del jazz club, il 31 marzo con due concerti (ore 21.30 e 23.30, ingresso 12/10 euro), sarà il Peggy Stern Duo, accoppiata artistica di una delle più brillanti icone del jazz al femminile, pianista eclettica e compositrice, giunta direttamente dagli States, e per l’occasione accompagnata al sax da Giulio Martino.
Dotata di grande personalità, la Stern si è imposta negli ultimi anni con uno stile tutto suo che spazia dalla tradizione brasiliana, africana, ebrea, irlandese, cubana e dalle influenze del jazz tradizionale: una versatilità che scaturisce anche dalla sua formazione esposta alle più svariate influenze, dall’R&B alla salsa e al jazz classico. Insomma un vera miscellanea di spunti sonori uniti a indiscusse capacità di composizione e improvvisazione. D’altronde tutto questo è il frutto di una carriera costellata di svariati progetti e collaborazioni illustri. Una volta ottenuto un Masters Degree al New England Conservatory, dove ha cominciato a suonare piano classico sin da giovanissima, la Stern viaggia tra San Francisco, dove suona in una salsa band, e new York, luogo di contaminazioni e influenze stilistiche che la portano a collaborare con grandi nomi (tra gli altri Lee Konitz, Red Holloway, Gerry Mulligan, Diane Schuur, Jay Clayton, Gary Peacock). E proprio nella Grande Mela inizia la sua produzione discografica: Lunasea nel 1992 per l’etichetta Soul Note; The Jobim Collection l’anno dopo, un disco in duo che comprendeva quattro riarrangiamenti di motivi di Jobim; poi un disco in trio dal nome Pleiades, “The Fuchsia (1995), Room Enough (1997), e nel 2000 esce Actual Size, caratterizzato da tre corni inglesi, sezione ritmica e due canzoni per un coro composto da 33 voci. Un progetto a lungo termine ed ambizioso, in cui Peggy si propone l’uso dei corni con il coro, i corni nella fuga, ed il funky, ed i ritmi ballabili. Tutti servono a rendere la musica gradita a vari settori di pubblico.
A supportare la pianista americana all’Open, il napoletano Giulio Martino, avvicinatosi al jazz sin da giovane perfezionando successivamente i propri studi sotto la guida di Steve Grossman e Jerry Bergonzi. Brillante sassofonista, e vera pedina militante del jazz italiano, grazie all’impegno in svariate formazioni e a collaborazioni con figure quali Eliot Zigmud, Steve Smith, Tom Kirkpatrick, Ares Tavolazzi, Dusko Gojkovich, Dave Hudson e Michael Allen. Attualmente tiene corsi regolari di strumento e improvvisazione jazz a Napoli e Milano.
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