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Irio De Paula: cinquant’anni di musica sul palco dei Candelai

  • 25 aprile 2005

Una musica unica. Una perfetta fusione tra il sound brasiliano (choro, balanco, samba, bossa-nova) e il jazz d’autore. I critici lo hanno definito “samba-jazz” ma sembra quanto mai riduttivo liquidare in due semplici parole cinquant’anni di musica che, sabato 30 aprile, in occasione della rassegna musicale "Club Philosophy", saliranno sul palco dei Candelai di Palermo (via Candelai 65, ingresso 13.50 euro, 11 euro per i soci) insieme alla chitarra del musicista carioca Irio De Paula. Funambolico chitarrista brasiliano nato a Rio de Janeiro nel 1939 e cresciuto in una famiglia di musicisti, Irio De Paula non perde tempo e si mette subito in mostra a soli sei anni quando si esibisce alla Radio di Rio con la band dei fratelli. La naturalezza con cui accarezza le sei corde della chitarra è subito ben evidente, il suo destino praticamente segnato: diventare un autentico fenomeno della musica carioca, un musicista d’eccellenza. Nei primi vent’anni della sua lunghissima carriera collabora con tutti i migliori musicisti del suo paese (Paulo Moura, Rauzinho, Juarez, Baden Pawell, Chico Buarque) poi, negli anni ’70, avviene la maturazione artistica che lo condurrà verso la musicalità del sopraccitato “jazz-samba”. In questi anni si stabilisce in Italia dove partecipa a numerose trasmissioni e programmi musicali della Rai e della Tv italiana, e a diverse Rassegne e Festival Jazz. De Paula suona sia con i migliori jazzisti nostrani (importante l’esperienza palermitana con il bassista Giorgio Rosciglione), che con americani di passaggio nel nostro paese, musicisti del calibro di Gato Barbieri e Steve Grossman, Don Pullen, Phil Woods e Sal Nistico.

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La lunga permanenza in suolo italico ha forse un poco nuociuto alla fama internazionale di Irio De Paula. Tale ingiustizia appare tanto più evidente se si confrontano le sue fortune con quelle di molti suoi connazionali, più celebri ma non sempre più bravi di lui. Eppure De Paula è un chitarrista straordinario, improvvisatore istintivo e di gusto squisitamente jazzistico il cui samba-jazz (sia che si esibisca da solo con lo strumento acustico, sia in band con la chitarra elettrica) non è mai scontato né banale. Al contrario, la sua capacità di accostare a brani tradizionali nuove composizioni in un discorso musicale unico, ininterrotto, senza soluzione di continuità, riesce coinvolgere l’ascoltatore in modo unico lasciandogli dentro uno spiegabilissimo senso di piacevolezza e di soddisfazione. Altro fattore musicale che arricchisce le sue performance live è l’imprevedibilità della scaletta che è preda dei "raptus" virtuosamente istintivi dettati dalla saudade del musicista in un vastissimo repertorio che spazia dai ritmi brasiliani alla Jobim ai classici del jazz passando attraverso qualche brano di sua composizione.

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