ARTE E ARCHITETTURA
Il “Sud” negli scorci nostrani di Andrea Di Marco
Con la sua personale “Uscite” alla palermitana Galleria Nuvole, nel 2003 Andrea Di Marco puntava l’attenzione su particolari scorci nostrani, e con le sue carte ci invitava ad un confronto fra due città, Palermo e Berlino. Dopo due anni, la Sicilia è ancora protagonista nelle venti recenti opere dell’artista palermitano, in mostra fino al 16 aprile con il titolo “Fatti Sud” alla Galleria Nuvole di Palermo, in via Matteo Bonello 21 (dal mercoledì a sabato ore 17/20, sabato anche 11/13; chiuso dal 24 al 29 marzo; presentazione di Marina Giordano); e anche stavolta il pittore attinge a suggestioni di diverso segno, lasciandosi ispirare da un suo recente viaggio in Africa, per meditare con nuova sensibilità sulla rappresentazione dei nostri luoghi. Sicilia e Africa, dunque, viste e sentite come Sud Mediterraneo, cielo terso e sole cocente, sole che non illumina ma si insinua nella materia, rimbalza sui metalli, vibra nei suoi bollori, tremolando gli orizzonti e la vista. Non c’è omaggio alla Sicilia immaginata, sperata, sponsorizzata al di là di Scilla e Cariddi; nessun riferimento alla vegetazione tipica, a quel immenso tesoro che è il nostro patrimonio artistico, neppure alla macchietta del siciliano che tanto diverte lo “straniero”.
Cosa allora? Cantieri edili, vetture torturate da raggi insistenti, scenari di abbandono che qui, sappiamo bene, spesso “guardano in faccia” e condividono spazi con palazzi secolari, antiche piazze e monumenti di tutto rispetto. Dalla grande tela “Building” ai quindici piccoli dipinti che la fronteggiano nella sala espositiva, diversi sono il formato e il supporto, ma vicinissimi sono i soggetti e i toni, identica la prassi pittorica che insiste sulle accensioni luminose, in modo più intenso nelle carte in mostra. Proprio su questa prassi si indirizza maggiormente l’attenzione, non distratta dagli elementi raffigurati, ovvero da quelle “quotidiane” visioni cui lo sguardo è avvezzo. Nessun soggetto umano, bensì un paesaggio umanizzato, sia esso uno scorcio metropolitano o una spiaggia con un’autovettura in primo piano, domina queste opere che vanno lette essenzialmente nel loro porsi come “pittura”; pittura non solo come rappresentazione fedele al veduto, ma veicolo di suggestioni, suggerimento di atmosfere, ritratto di ambienti reali privo di ogni retorica.
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