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Il sindaco di Sciacca invita un compaesano: invia una lettera alla rock star Bon Jovi

Fabrizio Di Paola, primo cittadino saccense, scrive una lettera alla rock star Bon Jovi. Che avrà mai da dirgli? Lo invita a riscoprire le origini siciliane

  • 13 gennaio 2013

il musicista Jon Bon Jovi

Un mea culpa che indossa i panni di una lettera. Una lettera scritta di pugno dal primo cittadino di Sciacca. Nulla di strano se si pensa che tra i compiti di un sindaco, al di là di quelli meramente istituzionali, ci sono quelli relazionali e comunicativi, e quelli che esplica a nome dell’intera cittadina che rappresenta.

Ed è così che Fabrizio Di Paola, carta e penna alla mano, scrive il destinatario sulla busta: Jon Bon Jovi. Che avrà mai da dire il sindaco saccense alla famosa rock star?

Non si tratta di una tradizionale missiva, piuttosto sembra essere una lettera di scuse con un susseguente invito al compaesano. Sì, perché non molti sanno che Bon Jovi, nonostante la sua carta d’identità abbia stelle e strisce statunitensi, ha origini siciliane. È lo stesso musicista a raccontare della sua genesi saccense al noto “David Letterman show”, trasmissione della Cbs americana nota in tutto il mondo. Talmente nota che è entrata persino in casa Di Paola, generando “l’idea”.

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Le indirizzo queste poche righe con la fiduciosa speranza di parlare al suo cuore siciliano prima ancora che al suo insigne e profondo costume musicale. Questo l’esordio della lettera. Sciacca in tutti questi anni - prosegue il sindaco - non ha messo in risalto il suo grande operato di carattere artistico. Un danno enorme per il nostro paese, che si è privato così del suo apporto autorevole quale rappresentante della musica internazionale.

Una vera e propria convocazione che si configura nel più ampio progetto di ricostruzione culturale della cittadina siciliana. Una negligenza di cui si assume le colpe. Anche se si ritrova scrupoloso nel voler rimediare con un invito a Sciacca, per incontrare parenti, amici e concittadini profondamente legati a questa terra.

Ospitarla in città, renderle il giusto onore non vuole essere soltanto un modo per saldare un debito che il nostro paese ha con la sua persona - scrive Di Paola - ma è l’invito a pensare e a realizzare, insieme, un progetto per questa terra, per il suo progresso etico e culturale, che è poi alla base di quello civile. E noi lo aspettiamo, magari per un concerto o chissà un bagno nel mare di Sciacca.

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