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Il particolare quotidiano di Guido Baragli

  • 3 luglio 2006

Accese cromie dense e contrastanti, macroingrandimenti di oggetti quotidiani, composizioni pure ed equilibrate realizzano sulla superficie pittorica piccole finestre su una realtà semplice e forse proprio per questo ineguagliabile e affascinante.
Nature morte, animali e piante popolano l’immaginario che Guido Baragli (Palermo, 1962) investiga da tempo con estrema abilità e che riproduce sulla superficie pittorica con una visione del tutto unica. La personale organizzata presso la Galleria La Piana Arte Contemporanea (Via Isidoro La Lumia, 79) dal titolo “Opere”, prorogata fino al 7 luglio, (dal lunedì al sabato 10.30-13 / 16.30-20) presenta la recentissima produzione (i quadri appartengono tutti al 2006) dell’artista palermitano residente a Bologna, che testimonia l’ulteriore sviluppo del linguaggio pittorico di Baragli ed è, inoltre, un’anteprima della mostra che in autunno sarà allestita presso la Wimbledon Fine Arts di Londra.

La natura morta rappresenta da molto tempo per questo artista un mezzo tramite il quale indagare la realtà, per andare oltre la superficie esterna delle cose e cogliere il corso persistente dell’esistenza. Ma queste ultime realizzazioni rispetto a quelle del 2003, in cui il bianco, unico protagonista di diafane composizioni, si alternava a materiali di recupero per costruire delicati collage tridimensionali, adesso si caratterizzano per un uso innaturale del colore, verdi accesi, rossi carmini, gialli squillanti, viola purpurei e una figurazione semplice, un equilibrio ben studiato e tagli e cesure bloccate. Soltanto una delle nature morte reca ancora il ricordo dei bianchi intensi della fase precedente, ed infatti qui la composizione è instabile, il piano non funge da supporto ma risulta essere solo lo sfondo di sagome evanescenti.

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È in scena la natura e il mondo animale su piccole tele da cui il colore emana un richiamo che non può essere lasciato inascoltato, come se questo poeta di vita quotidiana ci invitasse per un attimo a fermarci e a godere la bellezza e l’unicità di tante cose che nella realtà di ogni giorno passano inosservate. Baragli costruisce i volumi delle sue nature morte con il solo utilizzo del colore, gli smalti creano superfici grumose o piatte, pause e silenzi restituiscono immagini frammentarie come sintesi d’ogni realtà possibile. La frutta accesa di cromie innaturali domina la composizione, si fa oggetto tridimensionale.

Il ricordo di Cézanne si coglie nella costruzione dei soggetti, nell’utilizzo particolare del colore che struttura la visione e definisce lo spazio; quello di Giorgio Morandi, nella forza solitaria degli oggetti. Gli smalti creano la tridimensionalità, ci restituiscono bagliori inaspettati, diventano unici protagonisti di una realtà evidente e presente, ma troppo spesso soltanto guardata e mai osservata. Le visioni di Baragli sono piccoli diari del particolare dove la sagoma del cane dell’artista disteso su una spiaggia dorata con all’orizzonte un mare blu cobalto, diventa una macchia scura, unica testimonianza di sensazioni che l’artista ha voluto trasmetterci.

Animali come oche, pesci, pulcini ingranditi fino all’inverosimile, risultano pure forme tridimensionali, la materia cromatica li rende vive presenze che richiedono di essere considerate anche se solo per l’istante fugace di uno sguardo. Baragli dipinge seguendo e cogliendo aspetti che solo nel flusso della vita quotidiana si inverano, conferendo però attraverso una composizione fatta da tasselli cromatici, bellezza e unicità a dettagli dell’esistenza ordinaria.

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