“Il lungo fiume di sangue”, reportage di omicidi mafiosi
Continuiamo attraverso gli anni sessanta e settanta, attraverso le vicende del sacco di Palermo, della costruzione selvaggia e senza ritegno che cancellò per sempre ville e spazi verdi dalla nostra città, dell’amministrazione comunale Ciancimino. Percorriamo gli anni della mafia violenta, che promise guerra a tutti i funzionari dello Stato che decisero di combattere una battaglia persa in partenza, perché priva del necessario sostegno della gente troppo piegata alla cultura omertosa, e che uccise anche chi voleva andare controcorrente attraverso un’informazione libera. Tornano i nomi di Mauro De Mauro e Mario Francese, che pagarono con la propria vita la loro voglia di ricercare la verità, e quello di Peppino Impastato, che con la sua radio libera fece vacillare l’arroganza del boss Tano Badalamenti. Una lotta quindi su diversi fronti e con diversi strumenti, attraverso i giornali e i mass media, ma anche silente, come quella di don Pino Puglisi, che a Brancaccio cercò di avvicinare i giovani scardinando un sistema di valori basato sul non rispetto delle regole. Ed ecco poi la strage di Capaci e di Via D’Amelio, che portarono la gente in piazza, i lenzuoli alle finestre ed un risveglio della coscienza morale. In questo libro c’è tutto questo, oltre alle interviste agli esponenti delle istituzioni che questa lotta l’hanno combattuta e la combattono giorno dopo giorno.
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