TEATRO
Il Don Giovanni “spagnolo” al teatro Bellini
E′ la prima volta che il “Don Juan Tenorio” viene rappresentato in Italia, anche se il testo di Zorilla è datato al 1844
Una nuova versione “tutta spagnola” del mito di Don Giovanni, verrà proposta da martedì 23 marzo alle ore 21 (repliche fino al 25 aprile) al teatro Bellini di Palermo (piazza Bellini): “Don Giovanni Tenorio” di José Zorilla y Moral (Zorilla è uno dei grandi scrittori romantici spagnoli), nella messa in scena del teatro Biondo Stabile di Palermo per la regia di Umberto Cantone (lo spettacolo sostituisce “Il Mercante di Venezia”, rinviato a data da definire). E′ la prima volta che il “Don Juan Tenorio” viene rappresentato in Italia, anche se il testo di Zorilla è datato al 1844. Lo spettacolo, famosissimo in Spagna, viene inscenato ogni anno il 2 novembre per la festività dei morti.
Nella ripresa, che mantiene la traduzione e l’adattamento di Enrico Groppali, il “Don Giovanni Tenorio” è interpretato da Franco Scaldati, Alfonso Veneroso, Stefania Blandeburgo, Rinaldo Clementi, Aurora Falcone, Laura Geraci, Danila Laguardia, Filippo Luna, Fabrizio Romano, Antonio Silvia e la Compagnia dei Giovani dello Stabile palermitano. La scena è di Gerardo Sineri. In questa versione, che secondo il regista Cantone “è ingiustamente considerata minore”, Don Giovanni è una figura inquieta ed inquietante, è un seduttore che avvolge le donne in un gioco breve e perverso, un criminale che uccide dopo aver finto di amare.
Quello di Zorilla è dunque un finale diverso rispetto alle altre edizioni del Don Giovanni – di Tirso de Molina, Molière, Mozart, che il Teatro Biondo ha rappresentato nelle passate stagioni all’interno di un progetto dedicato alla figura del grande seduttore – in cui il protagonista dell’opera di Zorrilla viene invece trascinato dal Commendatore tra le fiamme infernali. Di tutti i Don Giovanni del periodo romantico, è il più autenticamente cristiano ed il più popolare da un capo all'altro del mondo ispanico. Non mancano i riferimenti alle altre versioni dell’opera, come le sonorità di Wagner, i principali luoghi e le maniere della tradizione dongiovannesca, i ritmi di Moliere e i versi di Byron, il tutto giocato sulla forza dell’illusion comique “in grado di invitare festosamente il pubblico a questo tentativo di regalare luce scenica agli spettri e di rendere concreti i convitati di pietra”.
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