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Il destino è una favola da rotocalco

  • 18 luglio 2006

BACIATI DALLA SFORTUNA (Just my luck)
U.S.A., 2006
Di: Donald Petrie
Con: Lindsay Lohan, Chris Pine, Samaire Armstrong, Bree Turner, Faizon Love, Missi Pyle, McFly

Sono due le New York che convivono nel nostro immaginario: una prima e una dopo le Twin Towers. Il cinema le racconta entrambe, implacabilmente. Accanto ai documentari e alle fiction che rievocano l’epocale attacco di cinque anni fa, si affermano piccole e più innocui film che recuperano l’immagine – assai più rassicurante – della Grande Mela in cui è possibile sognare una colazione da Tiffany, la metropoli opulenta e scintillante dei quartieri alti e dell’alienazione lussuosa.

Inizialmente, il film di Donald Petrie, “Baciati dalla sfortuna” (appena arrivato sui nostri schermi), sembra andare a rimorchio, senza indugi, di “Sex and the City”, la fortunata serie televisiva che ha recentemente contribuito a rinnovare i fasti della New York agrodolce e funzionale al racconto, sempre più spudorato, della commedia umana. E non è solo perchè in uno dei dialoghi si tira in ballo la bella e brava Sarah Jessica Parker (l’eroina del telefilm): come nel serial, la protagonista di questa storia, Ashley Albright (Lindsay Lohan), ha due amiche che abitano nello stesso appartamento, con le quali condivide il lavoro in un ufficio di pubbliche relazioni e il tempo libero nel quale sfogare gioie e dolori. Una è Maggie (Samaire Armstrong), sfortunata autrice di canzoni (anche se c'è una sorpresa dietro l’angolo) e l’altra è Dana (Bree Turner).

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A sfidare la sfortuna del titolo è Jake (Chris Pine, visto in “Principe azzurro cercasi”), che lavora come addetto alle pulizie di una sala da bowling e che si è impegnato a provvedere al lancio sul mercato di una giovane band inglese, i McFly (realmente esistente coi suoi gradevoli motivi pop-rock melodici di successo in Inghilterra), coinvolgendo il potente boss discografico di colore Damon Phillips (Faizon Love). Ad un certo punto scopriamo di trovarci nei pressi dell’ormai sfruttatissimo sottogenere delle favole realistiche che hanno avuto Blake Edwards come geniale capostipite ed ispiratore.

Se Ashley si rivela fortunata comunque e sempre (trovando denaro per strada o accaparrandoselo al “Gratta e vinci”), al povero Jake tutto va male. Fino a quando, nel corso di una festa in maschera in onore del produttore Damon, i due s’incontrano e, dopo un bacio fatale, si scambiano – per così dire – il kàrma. Naturalmente, il gesto catalizzatore muterà i loro destini. Dimenticate Woody Allen e i suoi teoremi pessimistici: in questo caso, Petrie si limita a confezionare gradevolmente una commedia per famiglie, che segue quella con protagonista il comico Dana Carvey, “La fortuna bussa alla porta... il problema è farla entrare”.

Mélange di slap-stick e farsa degli equivoci in salsa rosa, “Baciati dalla sfortuna” (titolo originale: “Just my luck”) esibisce un copione agile che incasella nel modo più prevedibile una serie di gags e dialoghi ad effetto. Il nostro destino è affidato alle influenze degli astri o siamo noi chiamati a determinarlo, dispensando e ricevendo amore? Naturalmente, è la seconda ipotesi quella che sostiene il filmetto, non senza qualche sorridente ambiguità.

Come accade in questi casi, a rimanere impressi sono le perfomance attorali: Lindsay Lohan (20 compiuti il 2 luglio) è una ex-bambina prodigio lanciata dalla Disney, protagonista del gossip andante, top- model e cantante di successo al punto di essere inclusa nella magnifica schiera dell’ultimo capolavoro di Robert Altman, “Radio America”. Nel film di Petrie, questa simpatica lolita (già vista, tra l’altro, in “Quanto è difficile essere teenager” e in “Quel pazzo venerdì”, remake di un successo della Disney degli anni settanta, che a sua volta contribuì a lanciare un’altra diva del cinema, Jodie Foster) svela la sua grinta rilevante ed evita mossette e certo birignao convenzionale. Dal canto suo, Chris Pine, si dimostra all’altezza del proprio ruolo con un aplomb molto anni ottanta, anche se non è il massimo dell’espressività. Difficile chiedere di più ad una commediola scacciapensieri come questa, destinata ad una platea estiva per piccole riflessioni da rotocalco.

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